lunedì 11 giugno 2018

Recensione & Intervista: Le voci delle betulle





Le voci delle betulle
di Eloisa Donadelli

Editore: Sperling&Kupfer
Prezzo cartaceo : € 16,90
Prezzo ebook: € 9,99 
Pagine: 300
Genere: Narrativa Moderna


Le betulle ci insegnano ad avere radici per restare e foglie per sognare.
 Bernadette Laudis vive da sempre con un peso inspiegabile sul cuore, un senso di vuoto che le fa mancare l'aria all'improvviso nonostante l'abbraccio caldo della famiglia, e che cerca di colmare con il suono del suo violoncello. Finché, un giorno, un oggetto stonato rinvenuto sul pavimento di casa rivela una verità affilata, che squarcia il velo di purezza di cui credeva ammantata la sua vita. E il dolore la getta in un crepaccio senza appigli, di quelli che si insidiano nei ghiacciai delle Alpi che fanno da contorno al paesino di Cimacase, dove lei da Milano si è trasferita per amore.
 Una notte, in cerca di ossigeno fresco, Bernadette si addentra nei boschi, trovando una casa circondata di betulle. Lì vive Giosuè, un pastore solitario, un uomo anziano che si è fatto eremita per proteggere i ricordi. In paese lo chiamano «il re delle betulle»: dicono che i suoi consigli siano un balsamo per le ferite dell'anima; dicono che sappia leggerti dentro, ma che non tutti riescano a trovarlo.
 Saranno quel luogo e quell'incontro a dare voce al passato di Bernadette, alla storia della sua famiglia e al mistero delle sue origini, liberandola da quell'antico peso sull'anima. Perché ci sono destini che solo gli alberi sono in grado di preservare.
 Con voce poetica e autentica, Eloisa Donadelli ci regala un esordio che lascia il segno. Una storia di legami che restano scritti dentro, radici che trattengono segreti, dolori non cercati che ci conducono a ritrovare noi stessi in radure luminose.









La famiglia Laudis vanta un passato di mastri pellai molto rinomati, la loro bottega prima di sellai e poi di scarpe è molto conosciuta a Milano e ha permesso a tutte le generazioni di vivere una vita degna. E' qui che cresce Bernadette, in mezzo alla frenesia, ai negozi ed alla gente, e sarà qui che conoscerà Bastiano, un ballerino che saprà rubarle il cuore. Ma Bernadette non è un'anima semplice, nel suo cuore c'è un'ombra, un tassello mancante che non riesce neppue lei a comprendere bene e che scambia spesso per un'illusione. Dovranno passare molti anni prima che quel vuoto finalmente sia colmato da un uomo dal cuore gentile che viene chiamato il re delle betulle e che l'ha aspettata per molto tempo in una casa in mezzo alla montagna tanto cara a suo papà Orazio. Come in un quadro impressionista l'autrice ci mostra un bellissimo bosco di betulle, custodi di segreti e di mancanze appartenute a molte donne che hanno sofferto, che hanno amato ed hanno perso. I rami antichi di queste betulle sussurrano tra di loro queste storie, accolgono i segreti di queste donne tra le loro fronde per poi spogliarsene quando l'ultima di loro, Bernadette appunto, conoscerà la verità. Eloisa accompagna il lettore in questa scoperta tra generazioni passate e presenti lascia che queste donne si spoglino sino a raggiungere gli strati più profondi della loor anima dove sono nascoste tutte le risposte. Bernadette da Milano si trasferisce in montagna insieme al marito, in una dimensione più raccolta troverà il suo nido, la montagna la accoglierà con le sue esplosioni di colori in autunno e con il suo manto bianco in inverno. I richiami frenetici della città verranno attutiti dal ritmo tranquillo che la avvolgerà, attutendo un poco la voce che inquieta le sussurra di non soffermarsi in superficie, di scavare a fondo per cavare ogni dubbio. La sua vita verrà sconvolta quando troverà un'unghia posticcia verde con un drago sul suo tappeto in casa: inizierà a farsi domande, a chiedersi fino a che punto conosce suo marito e soprattutto da quanto tempo vanno avanti questi tradimenti? Eccola quindi di fronte ad una verità difficile da digerire, il suo matrimonio andrà in frantumi ed anche tutte le sue aspettative, finalmente il velo dietro al quale si è sempre celata accontentandosi di mezze verità verrà squarciato e Bernadette, in carenza di ossigeno ed in preda al panico, affronterà il suo passato per accogliere il suo presente. Eloisa Donadelli fa il suo ingresso nella narrativa con un romanzo capace di entrarti dentro, la storia di Bernadette coinvolge e commuove, rapisce e soprattutto incanta con la sua delicatezza. Lo stile narrativo scelto dall'autrice ha un che di evocativo, riesce ad entrarti sotto pelle, sembra quasi di sentire le fronte delle betulle che gentili ti accarezzano, il vento tra le loro fronde che ti sussurra la storia di Agata e poi quella di Bernadette. E' impossibile rimanere indifferenti durante la lettura, impossibile non prendere le parti della protagonista, così come non è facile non rimanere scossi dalla storia dolorosa di Agata. Queste due donne messe a confronto l'una dal presente e l'altra dal passato. In un turbinio di emozioni le pagine scorrono veloci, la trama è ben strutturata così come la dovizia di particolari che caratterizzano i protagonisti rendono l'esperienza della lettura davvero indimenticabile.





Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata: Tè alla menta
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: da 16 anni







"Se sarete meritevoli le betulle vi condurranno dal loro re"





Ciao Eloisa innanzitutto grazie per aver accettato di partecipare alla nostra intervista, sono Holly e sono davvero impaziente di leggere e scoprire il tuo romanzo.

So che hai pubblicato altri romanzi dedicati ai più piccoli, come è stato il debutto nella narrativa per adulti?
Secondo me sono nati nello stesso momento, non c'è molta differenza praticamente il romanzo per giovani adulti, ya, quindi non c'era tanta differenza per me scrivere è indifferente alla fine cambiano le tematiche con un pubblico più giovane posso giocare di più sulla magia invece negli adulti cerco di essere più attinente alla realtà.

Essere un'insegnante in un liceo linguistico, vedere lo sbocciare dei ragazzi che attraversano l'adolescenza ed iniziano a diventare gli uomini e le donne  che saranno, ti ha aiutata nella stesura dei tuoi romanzi?
certo fare l'insegnante da quel punto di vista è molto bello perchè io insegno ai ragazzi da 14 ai 19 anni quind è il momento in cui si va verso l'età adulta, c'è il cambiamento maggiore, in cui ci sono i sentimenti più forti, il bruco che diventa farfalla e quindi vedere loro le loro fragilità, le loro debolezze e anche a loro forza a me insegna tanto ogni volta, anche perchè ogni classe è a sè è diversa dall'altra ed i ragazzi mi insegna qualcosa ogni volta.
In questo particolare romanzo no ma visto che la filosofia che c'è dentro i miei romanzi è la mia un pò sì.

La natura ha sempre fatto parte della tua vita, hai un master in naturopatia scientifica per esempio, quanto questa parte di te e del tuo essere hai trasmesso in Bernadette?
Molto, c'è una differenza tra me e lei perchè io sono in montagna ed invece lei ci arriva per vicissitudini familiari, mperò è un pò come voler riportare le persone di città al mio mondo perchè per me è stato un mondo bello, rilassante, un nido che ha anche attutito a volte le difficoltà del vivere in città, del vivere anche tanto in mezzo agli altri anche perchè la montagna è un pò un posto solitario che ci aiuta ad essere introspettivi però visto che ci sono sempre due lati della stessa medaglia è anche più difficile buttarsi in mezzo alla mischia. Per questo ho voluto portare Bernadette dalla mischia di una grandissima città in un posto in cui i sentimenti, i rapporti con gli altri sono più attutiti.

Come te anche Bernadette cerca le risposte nei boschi e soprattutto di notte, quando di solito ti dedichi alla scrittura. Cosa rappresenta per te il calare della sera?
Rappresenta il momento in cui io posso concentrarmi su me stessa, sui miei pensieri, posso vederli, le mie fantasie e il sogno visto da svegli e poterlo mettere giù nella scrittura, io mi concentro solo su questo perchè non ci sono suoni. Ho una casa rumorosa perchè ho tre figli piccoli quindi anche quello è il motivo per il quale io scrivo di notte, forse se abitassi in una baita tipo eremita da sola potrei scrivere in qualsiasi momento del giorno. Il silenzio mi aiuta però anche l'oscurità ed il buio perchè è un momento in cui io mi lascio andare, e per scrivere io ho bisogno di non avere freni inibitori e quindi la notte mi permette di essere molto sciolta

Hai mai sentito la voce degli alberi, magari durante una camminata solitaria o in compagnia della tua famiglia?
Forse la voce no, ma altri sensi il loro movimento, il loro frusciare il loro appoggiarsi su di te perchè alle volte ci sono proprio i rami che ti accarezzano però tutti questi sono dei messaggi, in fondo ci sono diversi modi di comunicare, c'è la voce gli alberi non ce l'hanno ma hanno un'altra modalità e forse questa voce sì l'ho sentita, però secondo me non è una cosa che si sente con la famiglia è una cosa personale, ognuno ha un suo grado di rapportarsi con la natura

C'è un passaggio a te caro del romanzo che vuoi condividere con noi ed i nostri lettori?

pg 48 La nascita di Agata
"Agata crebbe come un’edera avvinghiata ai sottili tronchi di betulla per giungere in alto dove c’era più luce e, da piccola bimba-tempesta ossuta e scontrosa, si trasformò in una ragazza alta e fiera di sé.
Abbandonò l’aria incupita e salvò solo l’espressione perennemente imbronciata, che le regalò uno strano fascino. Gli uomini se ne accorsero presto e lei, in cambio, iniziò a dipingersi le labbra di rosso e a gettare sguardi pretenziosi."

Grazie di cuore ad Eloisa per aver risposto alle nostre domande.

   

                                        

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