di Danielle Younge-Ullman Editore: Piemme Prezzo cartaceo: 17,00 € Prezzo ebook: 6,99€ Pagine: 348 Genere: new adult Ingrid ha trascorso l'infanzia viaggiando in Europa al seguito della mamma, una promettente cantante lirica. Ma quando il sipario cala sulla carriera materna, Ingrid si ritrova di colpo incastrata in una modesta, soffocante quotidianità, sempre sull'orlo del collasso economico ed emotivo. Un giorno, Ingrid scopre che la musica, che aveva sempre considerato solo il contrappunto alla vita di sua madre, è vitale anche per lei. Per poter perseguire i propri sogni, Ingrid dovrà dimostrare di essere abbastanza forte da reggere la pressione e per farlo dovrà trascorrere tre settimane in un campo estivo ai limiti della sopravvivenza, fisica e mentale. |
Ci sono libri di cui si capisce il finale leggendo le prime righe della quarta di copertina. E poi ci sono quelli che sono capaci di sorprenderti fin dalle prime pagine, che ti fanno affrontare ogni nuovo capitolo con una strana sensazione di curiosità e prudenza, perché davvero non sai cosa aspettarti quando volterai pagina.
Nei miei occhi il tuo cielo appartiene a questa seconda categoria di libri. Questo young adult si discosta dagli altri romanzi appartenenti a questo filone narrativo.
Il racconto è molto en costruito dal punto di vista della psicologia dei personaggi: non bisogna avere 17 anni per provare empatia con Ingrid, la protagonista. Le sue emozioni, le sue impressioni, i suoi dubbi e le sue paure non hanno età, anche se le situazioni che si trova a vivere non sono sempre comuni (a titolo di esempio, giusto per non fare spoiler: quanti di voi hanno partecipato ad un campo di sopravvivenza nella natura? Vedo poche mani alzate....)
L'autrice, però, non si concentra esclusivamente su Ingrid, ma dedica una particolare attenzione alla caratterizzazione psicologica di tutti gli altri personaggi che compaiono in queste pagine. Ognuno di essi ha una sua personalità e una sua storia pregressa, e ciò dona loro una tridimensionalità rara per i romanzi young adult.
Ma di che cosa parla questo libro? Già, non vi ho parlato molto della trama fino ad ora. Mea culpa, rimedio subito. La storia si svolge su due piani temporali diversi: il primo è il presente, in cui Ingrid, la protagonista di questo romanzo, si trova a Peak Wilderness, dove si troverà ad affrontare una vacanza che si rivelerà essere più che altro un corso di sopravvivenza nella natura, assieme ad un gruppo di ragazzi... beh, problematici.
Il secondo piano temporale è il passato, quello in cui Ingrid è la figlia di una star dell'opera lirica che, a causa di un problema alle corde vocali e per questo deve passare un momento difficilissimo - ricominciare a vivere e sconfiggere la depressione di chi si ritrova ad aver perso non solo il suo lavoro, ma anche ciò che più amava al mondo, ovvero la musica.
In questi passaggi tra il passato ed il presente emerge forte, a mio avviso, il rapporto estremamente particolare e poco equilibrato che lega Ingrid a sua madre. Mi spiego: in alcuni momenti è stata Ingrid a doversi occupare di sua madre, prendendosi cura di lei quando, ad esempio, era caduta in depressione a causa del suo forzato ritiro dalle scene. In quei momenti Ingrid è dovuta crescere in fretta, capire come funzionava il mondo e praticamente farsi carico lei del portare avanti la famiglia. Ciò ha portato Ingrid ad assumersi delle responsabilità tipiche dell'essere adulti già ad 11 anni. In altri momenti, però, è la madre di Ingrid che vuole imporre alla figlia il proprio punto di vista e le proprie decisioni, partendo dal presupposto che l'esperienza maturata nel corso degli anni le permetta di sapere ciò che è meglio per la figlia. E, in fondo, tutte le madri vogliono proteggere i propri figli dagli errori che loro stessi hanno commesso - ma anche, più banalmente, trasmettere loro che no, una determinata strada sembra tanto bella, ma i sacrifici che richiede non valgono la pena.
Ma per Ingrid questa situazione - abbastanza adulta per occuparsi della famiglia, ma non abbastanza per decidere del proprio futuro - rappresenta un controsenso che manda in cortocircuito il suo rapporto con la madre e, in un certo senso, anche con se stessa. E sarà proprio la ricerca di un nuovo, reale equilibrio con se stessa il fil rouge che accompagnerà Ingrid durante la sua "vacanza" fin troppo avventurosa a Peak Wilderness.
Nei miei occhi il tuo cielo appartiene a questa seconda categoria di libri. Questo young adult si discosta dagli altri romanzi appartenenti a questo filone narrativo.
Il racconto è molto en costruito dal punto di vista della psicologia dei personaggi: non bisogna avere 17 anni per provare empatia con Ingrid, la protagonista. Le sue emozioni, le sue impressioni, i suoi dubbi e le sue paure non hanno età, anche se le situazioni che si trova a vivere non sono sempre comuni (a titolo di esempio, giusto per non fare spoiler: quanti di voi hanno partecipato ad un campo di sopravvivenza nella natura? Vedo poche mani alzate....)
L'autrice, però, non si concentra esclusivamente su Ingrid, ma dedica una particolare attenzione alla caratterizzazione psicologica di tutti gli altri personaggi che compaiono in queste pagine. Ognuno di essi ha una sua personalità e una sua storia pregressa, e ciò dona loro una tridimensionalità rara per i romanzi young adult.
Ma di che cosa parla questo libro? Già, non vi ho parlato molto della trama fino ad ora. Mea culpa, rimedio subito. La storia si svolge su due piani temporali diversi: il primo è il presente, in cui Ingrid, la protagonista di questo romanzo, si trova a Peak Wilderness, dove si troverà ad affrontare una vacanza che si rivelerà essere più che altro un corso di sopravvivenza nella natura, assieme ad un gruppo di ragazzi... beh, problematici.
Il secondo piano temporale è il passato, quello in cui Ingrid è la figlia di una star dell'opera lirica che, a causa di un problema alle corde vocali e per questo deve passare un momento difficilissimo - ricominciare a vivere e sconfiggere la depressione di chi si ritrova ad aver perso non solo il suo lavoro, ma anche ciò che più amava al mondo, ovvero la musica.
In questi passaggi tra il passato ed il presente emerge forte, a mio avviso, il rapporto estremamente particolare e poco equilibrato che lega Ingrid a sua madre. Mi spiego: in alcuni momenti è stata Ingrid a doversi occupare di sua madre, prendendosi cura di lei quando, ad esempio, era caduta in depressione a causa del suo forzato ritiro dalle scene. In quei momenti Ingrid è dovuta crescere in fretta, capire come funzionava il mondo e praticamente farsi carico lei del portare avanti la famiglia. Ciò ha portato Ingrid ad assumersi delle responsabilità tipiche dell'essere adulti già ad 11 anni. In altri momenti, però, è la madre di Ingrid che vuole imporre alla figlia il proprio punto di vista e le proprie decisioni, partendo dal presupposto che l'esperienza maturata nel corso degli anni le permetta di sapere ciò che è meglio per la figlia. E, in fondo, tutte le madri vogliono proteggere i propri figli dagli errori che loro stessi hanno commesso - ma anche, più banalmente, trasmettere loro che no, una determinata strada sembra tanto bella, ma i sacrifici che richiede non valgono la pena.
Ma per Ingrid questa situazione - abbastanza adulta per occuparsi della famiglia, ma non abbastanza per decidere del proprio futuro - rappresenta un controsenso che manda in cortocircuito il suo rapporto con la madre e, in un certo senso, anche con se stessa. E sarà proprio la ricerca di un nuovo, reale equilibrio con se stessa il fil rouge che accompagnerà Ingrid durante la sua "vacanza" fin troppo avventurosa a Peak Wilderness.
Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Infuso ortica e limone
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Danielle Younge-Ullman
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