sabato 19 maggio 2018

Recensione: Di niente e di nessuno

Di niente e di nessuno
di Dario Levantino

Editore: Fazi Editore
Prezzo Cartaceo: €17,50
Pagine: 160



Brancaccio, periferia di Palermo. Rosario è un adolescente solitario con la passione per la mitologia classica e il mare. Il padre, cinico e bugiardo, ha un negozio di integratori per sportivi in cui gestisce lo smercio illecito di sostanze stupefacenti; la madre, accudente e remissiva, dedica tutto il proprio tempo alla cura della casa e della famiglia. Solo di tanto in tanto, la donna si concede una pausa per lucidare il trofeo vinto come miglior portiere da nonno Rosario, morto prematuramente nel terremoto del Belice del 1968. Quando, per accontentare un inconfessato desiderio della madre, il ragazzo decide di giocare in quello stesso ruolo con la squadra di quartiere, il percorso che lo condurrà all’età adulta ha inizio: tra i pestaggi, la scoperta dell’amore e il disincanto, Rosario troverà la forza di emanciparsi dalla violenza e dalla menzogna che da sempre hanno oppresso la sua vita.
Un’intensa storia di formazione condotta con la voce, spietata e dolcissima, di un adolescente che lotta per sovvertire i morbosi equilibri di una famiglia infelice. Un giovane autore dalla scrittura agile e peculiare capace di raccontare la paura e l’audacia di un ragazzo che, nel Sud passionale e violento delle periferie, ha il coraggio di diventare un uomo.



Una storia tutta siciliana, abbiamo l'impressione di camminare nel degradato quartiere Brancaccio con il protagonista. Una storia che potrebbe essere quella di tutti noi, un adolescente, forse più timido dei suoi pari, sicuramente più sensibile soprattutto contro l'aggressività dei suoi locali. Un personaggio ben descritto, nei sentimenti e nelle paure. 
La storia di una famiglia comune di periferia e delle sue giornate, in cui la madre cucina, pulisce e prepara e il padre gestisce un negozio e poco tiene conto del resto della famiglia. Sono bellissimi i passaggi in cui Rosario parla della madre, ci trasmettono un amore e una devozione stupenda.Il romanzo sembra continuare su un piano fisso, quasi come se potessimo prevedere cosa succederà, invece no. Proprio prima della fine c'è il colpo di scena e il ritmo diventa decisamente più incalzante. 
Rosario è un ragazzo di famiglia, ha nella mente sempre le parole del nonno che gli insegnano a non avere paura di niente e di nessuno. 
Molto bello il personaggio della madre, che ci ricorda che sottovalutiamo le nostri madri, che possono passare la giornata a pulire i fornelli ma sotto sotto hanno dei sogni e una conoscenza della mitologia inpressionante.
Bel romanzo, leggero, schietto e importante allo stesso tempo. Consigliato a chi ha dei figli adolescenti e magari non li capisce ma allo stesso tempo anche a chi si sente diverso dalla società che lo circonda.


Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Granita
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni






      "È grazie a questo semplice accorgimento che a Palermo la memoria delle famiglie resiste all’avvento della modernità, grazie alla tradizione che si autotutela con il marchio più indelebile dell’appartenenza: il nome di tuo nonno".


   

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