domenica 8 aprile 2018

Recensione: La mia casa a Damasco

La mia casa a Damasco
di Diana Darke

Titolo originale: My house in Damascus. An inside View of the Syrian Crysis
Editore: Neri Pozza Editore
Prezzo Cartaceo: € 19,50
Prezzo Ebook € 9,99
Pagine: 297


Fin dal primo giorno in cui mette piede in Siria, nel 1978, Diana Darke si sente a casa. Parecchi anni dopo, quando la casa editrice Bradt le commissiona una guida della Siria, l’incanto per questo paese, che racchiude in sé tutti i tratti che le sono cari del mondo arabo, torna a farsi sentire con prepotenza. Gironzolando tra i vicoli  tortuosi della Vecchia Damasco, tra i suoi magnifici palazzi ottomani, resti dimenticati di un’età remota, Diana si imbatte nel suo destino: una porta socchiusa. Varcata la soglia si ritrova immersa nella quiete di un cortile ornato tutt’intorno da aranci, tralci di vite, buganvillea ed esili rampicanti simili al gelsomino.
Travolta dall’emozione, si sofferma a contemplare una fontana di marmo chiaro, bahra, in lingua araba, «piccolo mare», tanto assorta da non rendersi conto che dall’altra parte della vasca un uomo le viene incontro con un sorriso amichevole. Bassim, questo il nome del giovane, è un architetto che, impegnato nel progetto di  restauro della Città Vecchia, ha il compito di informare gli stranieri della possibilità di acquistare le antiche dimore di Damasco per salvarle dalla rovina, dato che il governo non dispone dei fondi necessari al restauro.
Inizia così, per Diana, la conquista di quella che diventerà la sua «casa di Damasco», una conquista che assumerà spesso contorni bizzarri, soprattutto agli  occhi di un occidentale, e che si concluderà con l’acquisto di Bait Barudi, letteralmente: «La casa del venditore di polvere da sparo». Un luogo incantato,  capace di infondere in Diana una profonda pace interiore.
Una pace, tuttavia, destinata a durare poco a causa della guerra civile in cui il paese sta sprofondando.
Attraverso il prisma di un antico edificio, La mia casa a Damasco illumina, più di ogni reportage giornalistico, la storia antica e recente della Siria, del suo popolo, della sua società e dei suoi incomparabili tesori.



Un libro molto impegnativo ed evocativo allo stesso tempo, che non definirei né romanzo né reportage giornalistico ma qualcosa a metà fra i due. 
Aiutata dall'architetto Bassim, il filosofo Ramzi e Marwan, tutti e tre siriani ma di origini e nascite diverse, viaggiamo attraverso il dedalo burocratico che Diane, l'autrice, ha dovuto superare per comprare casa a Damasco. Non una casa qualunque ma un antica villa di corte ottomana, che lei vuole riportare alla sua originaria bellezza. La descrizione della Città Vecchia, al centro di Damasco, è estremamente affascinante e abbiamo l' impressione di camminare per i vicoletti assieme a lei mentre ci insegna tutta la terminologia in lingua araba. 


Attraverso l'amore viscerale di Diane per la Siria, veniamo a conoscenza della storia pre-rivoluzionaria del paese, le sue bellezze, i suo difetti, il suo patrimonio culturale e di come mille minoranze e religioni diverse "convivano" nello stesso paese. 

       Fondamentalmente scevro di inclinazioni poitiche, il libro ci presenta la storia e la tremenda evoluzione della situazione siriana con i toni romantici di una persona innamorata della cultura e del Paese nonostante tutto. Come lei impariamo a accettare il trascorrere del tempo e ci arrendiamo al fatto che "ci siano cose nella vita che sfuggano al nostro volere", tipo la burocrazia siriana o la tempistica del guardiano della casa che non seguirà mai le tempistiche occidentali per completare i suoi compiti giornalieri.
Vengono raccontate con gli stessi toni le guerre scoppiate nel paese e la rovina che hanno portato, così come le scene comiche di quando si ritirano i soldi in banca per l'acquisto della casa. 

Un libro fortemente consigliato a chi é affascinato dal Medio Oriente e magari vuole avere le idee più chiare su cosa stia succedendo in Siria, spiegato da un punto di vista non politico. Una lettura scorrevole ed ipnotica ma che vi lascer
à un forte senso di impotenza davanti alle atrocità della guerra.


Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Camomilla al miele
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni






      "La morte é ovunque...non passa giorno senza che ci siano una o due esplosioni. E ogni volta che usciamo di casa non sappiamo se ci torneremo. Che adulti diventeranno, Patty e gli altri bambini, ammesso che sopravvivano?".


   

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