mercoledì 14 marzo 2018

Review Party: Più profondo del mare





Oggi miei cari lettori sono entusiasta di partecipare al Review Party dedicato a "Più profondo del mare" edito da Piemme, una storia che vi farà piangere, emozionare e soprattutto riflettere!



Più profondo del mare
di Melissa Fleming

Editore: Piemme
Prezzo cartaceo : € 18,50
Prezzo ebook: 9,99€
Pagine: 276
Titolo originale: A hope more powerful than the sea

L'esile salvagente intorno alla vita tiene a galla Doaa e due bambine, una di pochi mesi, l'altra di nemmeno due anni, a lei affidate dai genitori prima di scomparire per sempre nelle acque, come altre centinaia di persone. Doaa ha paura, lei ha sempre odiato l'acqua, sin da piccola, e solo la guerra e la disperazione che l'accompagna l'hanno convinta a lasciare la sua famiglia e la sua casa in Siria e mettersi su quel barcone. Aveva tanti ricordi felici e tanti sogni da realizzare, che ora galleggiano intorno a lei insieme ai relitti dell'imbarcazione e ai pochi superstiti dei 500 che si erano messi in viaggio. Erano quasi arrivati, solo poche ore di mare li separavano dall'Italia, risate liberatorie cominciavano a levarsi dal ponte, quando un peschereccio si dirige contro di loro, una, due volte. Per farli affondare. Il barcone non regge e tutti si gettano in acqua. Molti annegano subito. Anche Doaa non sa nuotare e solo il salvagente che le porta il marito la tiene a galla. E lo farà per i successivi quattro giorni, in cui le voci e i lamenti intorno si spengono uno dopo l'altro.
La tentazione è di lasciarsi andare, ma le due bambine che si aggrappano a lei reclamano la vita. Per loro deve lottare e resistere un'ora di più, poi un'altra, e cantare, e pregare, fino a quando qualcuno arriva. Solo undici vengono tratti in salvo.
Doaa ha diciannove anni, ma la sua vita comincia da quei quattro giorni alla deriva. Perché la prima volta nasci al mondo, ma è quando capisci quanta forza si cela in te, e quanto la speranza può avere la meglio sulle circostanze più tragiche, che nasci a te stesso.


Doaa ha solo 19 anni, ma nella sua giovane vita ha già sperimentato sulla sua pelle la sofferenza e la perdita di persone care; è stata costretta a lasciare la sua amata Siria per scappare con la sua famiglia alla guerra che stava distruggendo il suo villaggio e milioni di vite. Il padre di Doaa da un giorno all’altro si è trovato senza più il suo salone da barbiere, l’unica fonte di sostentamento per la sua famiglia, e la guerra che ha coinvolto la Siria ormai li ha messi in ginocchio, e così a malincuore coraggiosamente abbandonano tutti i loro affetti per recarsi in Egitto temporaneamente, aspettando speranzosi la fine dei conflitti. Ciò che loro non si aspettano però, è che la guerra in quel paese non fa che aumentare e ridurre in macerie tutto ciò che loro conoscevano, e saranno costretti a passare in Egitto più tempo del previsto. Trovano poco a poco la loro quotidianità anche se il loro pensiero è sempre rivolto verso la loro terra e alla speranza di poterci ritornare un giorno serenamente, ma anche in Egitto la situazione per i siriani dapprima accolti a braccia aperte, adesso cambia e non è più rosea ed ospitale come prima, nascono le prime discriminazioni, i siriani non riescono più a sentirsi al sicuro, e Doaa è sempre più consapevole di non riuscire a realizzare i suoi sogni se rimane ancora lì, ed è così che, insieme a suo marito Bassem, prende la decisione che mai si sarebbe aspettata: imbarcarsi illegalmente da profughi, in cerca di un futuro migliore in Europa, dove l’avrebbe raggiunta poi anche la sua famiglia. Fin da piccola Doaa ha il terrore dell’acqua da quando quel giorno al lago ha rischiato di annegare, ma adesso è consapevole che se vuole un futuro per sé e per suo marito, deve superare e combattere contro di esso. Imbarcarsi illegalmente non è un’impresa facile, ma dopo vari tentativi e impedimenti, Doaa e Bassem ce la fanno, ma sono costretti a salire su un peschereccio fatiscente con pochissimo spazio, costretti a stare addossati l’uno all’altro. Si sa che il viaggio non sarà facile da affrontare, ma dopo giorni di navigazione, il pensiero di essere così vicini all’Italia e prossimi all’inizio della loro nuova vita, infonde una nuova speranza in quei profughi che hanno dovuto lasciarsi tutto alle spalle dando fondo a tutti i loro risparmi per arrivare fin lì, ma all’improvviso una barca volontariamente va a sbattere contro di loro con l’intento di farli morire; cominciano a cadere in mare uno a uno, in pochi hanno un salvagente e sanno nuotare, e il mare di lì a poco si trasforma in un cimitero all’aria aperta, lo spettacolo è orrendo, corpi che galleggiano inermi, bambini che piangono. Non tutti sono morti, ci sono ancora dei sopravvissuti che cercano di lottare contro quel mare che fino a poco prima li stava trasportando verso il loro futuro, altri invece preferiscono abbandonarsi a esso e a ricongiungersi nell’aldilà ai loro cari perduti. Anche Doaa è stremata, vuole lasciarsi andare, ma a lei sono state affidate dai loro rispettivi familiari le vite di due bambine piccole, e allora si fa forza per loro, perché il loro destino dipende dalla sua sopravvivenza.
“Più profondo del mare” è una storia straziante, un pugno dritto allo stomaco, ci mostra una realtà molto vicina a noi, che a volte facciamo finta di non vedere, eppure si tratta di una storia vera. Quella di Doaa è solo una delle migliaia di storie che non sono state ancora raccontate, perché non tutti sono stati fortunati e ce l’hanno fatta a salvarsi dal mare in tempesta, da trafficanti di profughi senza cuore, che hanno come unico scopo quello di guadagnare sulla disperazione di persone che si affidano a loro per sperare di avere una vita migliore al di fuori del proprio paese in cui c’è solo guerra e morte. Ringrazio vivamente l’autrice per averci raccontato di Doaa, una donna come poche, forte, coraggiosa e determinata, e per aver messo nero su bianco quanta sofferenza e atrocità sono costretti ad affrontare tutti i profughi di guerra, quanto sia difficile sradicarsi dai loro paesi per cercare fortuna e asilo in qualsiasi Paese sia disposto a dare loro un’opportunità migliore. Mi auguro che questo libro apra gli occhi a quelle persone che ancora vedono nei profughi, persone che vogliono “rubare” il lavoro agli altri e che vogliono vivere sulle loro spalle, e che dia a tutti la consapevolezza dell’orrore della guerra a cui tutte queste persone hanno assistito. Spero che questa storia sia un monito a tendere la mano a chi ne ha bisogno invece che girarci dall’altra parte, perché in quello sono bravi tutti, il coraggio invece sta nell’offrire aiuto a chi ha meno fortuna di noi.
Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Tè alla cannella
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 17 anni
Sito dedicato al libro: A hope more powerful than the sea






“Doaa stava esaurendo le forze. Le facevano male le braccia ed era così intontita che temeva di svenire. Non sentiva più la parte inferiore delle gambe, e aveva la gola dolorante a forza di gridare.Era sul punto di arrendersi, ma il peso di Masa e Malak sul suo petto la rendeva determinata a vivere.”


Non dimenticate di dare uno sguardo alle recensioni delle altre blogger parteciparti al Review Party:




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