Sull'arte di non avere niente di Salvatore La Porta Editore:Il saggiatore Prezzo Cartaceo: € 16,00 Pagine: 176
Apri il tuo portafoglio. Cosa vedi? Scontrini, tessere della palestra, del discount, fotografi e di tuo figlio, della donna o dell’uomo di cui sei innamorato, la patente, il documento d’identità, la carta di credito, i biglietti da visita. Tutti oggetti che descrivono perfettamente chi sei, cosa fai, che persona ambisci a essere. Anche la tua casa, se ci pensi bene, dice molto di te: hai una tv nuova, i quadri di un artista che credi ti rappresenti, sul balcone hai costruito un piccolo orto verticale – va di moda, e poi è un’ottima strategia per risparmiare qualche euro sulla spesa. Da anni desideravi avventurarti in qualche località esotica e pericolosamente sperduta: hai già ricaricato la prepagata, scelto il volo più economico, confermato la stanza di un albergo a due stelle, ma con piscina. Ricorda di chiedere le ferie, ma prima devi pagare le bollette, il mutuo, l’assicurazione, il tagliando, la benzina. Quando sarai partito, non dimenticarti di scrivere a mamma e papà: non farli preoccupare. Il prossimo mese comincia il corso di nuoto: hai fatto l’iscrizione? Hai prenotato la visita medica? Lo stipendio ha iniziato il suo inesorabile countdown: il cinema, il sushi all-you-can-eat, i giochi per i bambini, la crema per la pelle liscia, il sapone per la pelle grassa. Beni indispensabili che dicono tutto di te. Oppure no? Forse sei intrappolato dalle cose che desideri, lettore, e sfortunatamente non ho trucchi da mostrarti. Non ti insegnerò a vivere con pochi euro al giorno, e comunque non ti basterebbe. Però posso fare molto di più per te: farti conoscere l’arte di non avere niente. È una pratica antica professata da filosofi e mistici orientali, pellegrini e cantori. Ed è l’unico sentiero che può condurti a riscoprire la vita nella sua essenza, sotto il velo delle illusioni, della nostalgia, delle maschere, dei rimorsi e dei bisogni indotti. Solo così potrai riconquistare la tua libertà, vivere senza rimpianti e rispondere alla più antica e impossibile delle domande: Chi sei?
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Devo ammettere che, dopo il trasloco di quest’anno, ho deciso di eliminare parecchie delle cose che non servivano, e che creavano solo ingombro in casa. Questo libro, è una guida utilissima e molto indicata, per comprendere come eliminare il sovrabbondante dalla propria esistenza. L’autore rileva che: persino l’oggetto più amato del nostro portafogli è tutt’altro che innocuo: la foto di un figlio e, di conseguenza, gli averi di un figlio. La sua scuola, i suoi libri, il suo scooter, le sue vacan¬ze, i suoi vestiti, il suo computer. Non è un elenco, questo, che possa essere contenuto in un’introduzione. Con il tempo e i le¬gami finiamo per diventare soltanto un bizzarro snodo idrau¬lico, utile a distribuire denaro e proprietà intorno a noi; dalla nostra azienda alla nostra famiglia, alle aziende che producono oggetti per noi, verso le istituzioni, di solito verso il caveau di una banca. Siamo solo una conduttura, e come ogni condut¬tura non possiamo permetterci il lusso di lasciare il nostro po¬sto: inaridirebbero un bel po’ di rubinetti. Tutta questa pienezza di beni, paradossalmente, si traduce in un vuoto di vita. Questo libro ci insegnerà che: la vecchiaia è un’età della vita piuttosto bizzarra. Ma che si sia in grado di praticare questa disciplina d’indipendenza, l’arte di non avere niente, oppure che si rimanga soffocati dal peso dei nostri averi, in ogni caso invecchierà.
Forse questo è sempre un periodo improvviso. Certamente è un’età sconcertante, perché inverte completamente il nostro rapporto con la proprietà: fino allora la scelta era tra posse¬dere e acquisire quanto più possibile o lottare contro i nostri averi per cercare un margine di dignità e indipendenza. L’uo¬mo quotidiano è nel mezzo tra questi due estremi; secondo il suo carattere è più vicino a uno o all’altro, tuttavia il rap¬porto con la proprietà è inevitabile: se vivi, allora acquisisci dei beni, per quanto sparuti possano essere. Anche se fosse soltan¬to un posto alla stazione Termini, un cartone di vino e qual¬che ossessione.
Quando si è vecchi,, invece, assistiamo al deflusso dei nostri averi. Svaniscono uno dopo l’altro e noi, che ci siamo dannati per anni ad accumularli o a non esserne schiacciati, di colpo dobbia¬mo fare i conti con l’inevitabilità del nulla. Perché continuare ad accumulare dunque? La vera essenza di tutto questo sono oltre le mura di casa, un passo oltre il complesso labirinto che gli averi hanno edificato intor¬no alle nostre abitudini, è nella rottura dei nostri ritmi lavora¬tivi, nel coraggio di affrontare un viaggio che non sia a misura del nostro conto in banca, nella sconosciuta incontrata per ca¬so quella volta che abbiamo dovuto prendere il caffè in un bar diverso dal solito, è nelle piazze dove quel che si guadagna, se si guadagna, non è mai denaro; è in qualsiasi scarto dalla con¬suetudine del nostro ruolo, e si manifesta nella sorpresa di chi, frequentandoci da anni, non riconosce più le nostre azioni. Un romanzo che consiglio a chi è alla ricerca di una nuova visione della vita e del “consumismo” che ci attanaglia.
Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Latte e curcuma
Formato consigliato: Ebook
" Una lotta contro l'eccessivo accumulo."
Bellissimo il tuo blog. Una domanda, dove posso trovare l`e-book? Lo cerco ovunque ma non lo trovo su nessun sito. Grazie.
RispondiEliminami sembra lo vendano su ibs
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