di Amy Reed Editore: Piemme Editore Prezzo Cartaceo: € 17,00 Prezzo Ebook: € 6,99 Pagine: 372 Chi sono le Nowhere Girls? Sono tutte le ragazze, ma per cominciare sono in tre: Grace, tenera e impacciata, è nuova in città, dove si è dovuta trasferire a causa dei pregiudizi nei confronti della madre; Rosina, lesbica e punk, sogna di diventare una rockstar, ma è costretta a lavorare nel ristorante messicano di famiglia; ed Erin, un'asperger con due fissazioni, Star Trek e la biologia marina, vorrebbe assomigliare a un androide ed essere in grado di neutralizzare le emozioni. In seguito a un episodio di stupro rimasto impunito, le tre amiche danno vita a un gruppo anonimo di ragazze per combattere il sessismo nella scuola. Le Nowhere Girls. |
Alle porte della festa delle donne, vi parlerò oggi di un romanzo “giovanile”, frizzante e indicato anche e soprattutto per le lettrici più giovani. Un romanzo che narra le vicende di tre ragazze diverse tra loro, ma che a seguito di un tragico episodio di stupro (che mi ha letteralmente sconvolto come lettrice); decidono di unirsi e di lottare contro il sessismo della cittadina in cui vivono (grande piaga tra l’altro, della nostra società). Veniamo ora alle protagoniste di questo “ particolare trio”.
Da un lato c’è Grace, che si ritrova in questo strano posto, che non sa neppure se sia un paesino o un sobborgo, impantanata in un purgatorio tra un passato insoddisfacente e un futuro sconosciuto. A breve, la ragazza dovrà anche iniziare la scuola, la prossima domenica sua madre terrà il primo sermone nella nuova chiesa, nulla dunque, nella nuova realtà di Grace, sembra essere neppure lontanamente a posto. Nulla, lì, sa di casa per lei. Grace attraversa all’inizio del romanzo, una fase esistenziale complessa, si chiede se sia il caso di pregare, di chiedere un consiglio su come comportarsi. Forse dovrebbe fare posto a Dio. La domanda in lei, fondamentale è: come fai a cominciare una nuova vita, se non sai chi sei?
Dall’altro Erin affetta dall’asperger, la cui madre pensa di aiutarla, perché è convinta che sia quella la chiave della felicità: trovare un modo per integrarsi. Lei, però, ci ha già provato: ha passato tutta l’infanzia a osservare la gente e cercare di capire come essere una “ragazza normale”. Era diventata un mimo, che interpretava molteplici parti: si era in passato anche fatte crescere i capelli, indossava abiti che sua madre considerava carini, in terza media per un po’ si era addirittura truccata, tutto questo per apparire “normale”. Erin era dunque sempre stata una specie di ca¬maleonte, ecco, si adattava a ogni gruppo in cui si ritrovava, scandagliando di continuo il database che aveva in testa per stabilire quali abiti fossero adatti o meno, cosa fosse giusta dire o non dire, quali sentimenti provare e quali no. Anche se ce la metteva tutta, però, non era mai completamente adeguata. Le parole le uscivano sempre un po’ troppo presto o un po’ troppo tardi la voce troppo alta o troppo bassa. Più tentava di integrarsi, peggio si sentiva. La gente sa come sono i ragazzi maschi con la sindrome di Asperger, o almeno pensa di saperlo: s’infuriano, battono dappertutto e urlano. Lottano e si dimenano, puniscono il mondo che li fa soffrire. Le ragazze “Aspie”, invece, sono invisibili (questo dettaglio in particolare, mi ha davvero rattristato). Infine abbiamo Rosina, un’adolescente lesbica che lotta quotidianamente per riuscire nel suo coming out. Ho adorato (come donna), che le tre ragazzine abbiano deciso di unirsi per lottare contro la crudeltà del “maschio alfa di Prescott” (categoria di uomini, purtroppo non presente solo all’interno della cittadina di cui sia narra in questo libro). La violenza compiuta su Lucy, è certamente imputabile a tutta la comunità (non solo ai colpevoli materiali), a mio modesto giudizio. I responsabili in questo romanzo, sono tutti. L’intera scuola, gli studenti e il corpo amministrativo, l’intera comunità di Prescott, che con il loro “comportamento” hanno lasciato che i tre colpevoli restassero impuniti. I loro amici, le famiglie, i compagni di squadra che si sono girati dall’altra parte. Tutti quelli che hanno accampato le solite scuse del “sono ragazzi” e pensato che fossero più facili ignorare Lucy invece di ottenere giustizia per lei. Un romanzo toccante, per imparare a lottare, a dire di no, a ribellarsi contro ogni forma di violenza.
Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè macchiato con cioccolato
Sito dell'autrice: Amy Reed
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
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