sabato 17 febbraio 2018

Recensione: Ridere come gli uomini.


Ridere come gli uomini
di Fabrizio Altieri

Editore: Edizioni Piemme
Prezzo Cartaceo: € 12,00
Pagine: 208



Wolf è solo un cucciolo quando comincia l'addestramento: in poco tempo i padroni neri ne fanno un'arma infallibile, letale, che si alimenta della paura di chi gli sta accanto. Alla prima occasione Wolf decide di scappare dagli orrori della guerra e da ciò che le SS lo hanno fatto diventare. E per la prima volta incrocia uno sguardo diverso, quello di Donata, una ragazzina con la sindrome di Down che sembra non avere alcuna paura di lui. Anche Donata è in fuga, e insieme a lei c'è suo fratello Francesco. Un'ombra nera e silenziosa li sta inseguendo per i boschi della Toscana, qualcuno che sta cercando Donata.



Una storia deliziosa che narra il legame tra una bimba e un cucciolo. Wolf, il cucciolo protagonista di questo libro, ne è anche la voce narrante. Non si era mai visto un cane ribellarsi così come lui ha fatto. Ci sono diversi passaggi che fanno riflettere, perché evidenziano la totale visione di un cane nei confronti del mondo umano. Per esempio, quando Wolf racconta di aver scoperto che gli uomini mettevano in gabbia altri uomini. Li tenevano lì ma non si capiva il motivo. I prigionieri non sembravano pericolosi, molti erano esemplari vecchi, fem¬mine, cuccioli. Il padrone nero gli insegnò a obbedire a lui qualunque cosa volesse e a tenere a bada gli umani da mettere in gabbia. Lo addestrò a sentire l’odore di quegli umani, a seguirne le tracce, e da subito capì che era bravo a farlo. Di caccia al cinghiale non se ne parlava. La stessa considerazione, mi è sorta spontanea quando ho letto il pensiero di Wolf in merito al suo tentativo di sfuggire al padrone nero. Il cucciolo ribelle, ha smesso di chiedersi come fare per prendere il pa¬drone nero. Ha pensato mille piani diversi, appostamenti, trappole, inseguimenti. Si è immaginato di salire su una roccia, piombargli addosso dall’alto e azzannarlo al collo. O di scavare una buca e nascondersi per saltare fuori e addentarlo nelle parti basse finché non muore dissanguato, come ha fatto con quel cinghiale. Ma alla fine Wolf si è dato pace: non serve a niente. Sarà lui a trovare il cucciolo e la bimba, e quando ciò avverrà, il cane dovrà essere pronto per quel momento. Personalmente ho adorato la tenerezza del personaggio di Donata, affetta dalla sindrome di Down, totalmente estranea al male, in ogni sua forma. Mi pare d’obbligo rilevare che: l’idea per questo libro è nata dopo aver letto un libro di Daniel Pennac, Abbaiare stanca. L’autore è rimasto colpito dall’idea di un cane che pensa come un uomo e subito ha pensato al cane lupo di nome Wolf che aveva suo padre da ragazzo, durante la guerra. Il padre raccontava che un soldato tedesco gli sparò ferendolo. Ciò fa riflettere sul fatto che le SS usavano i cani per scopi terribili, restano impresse nella mente le immagini delle colonne di prigionieri ebrei tenuti a bada dai soldati con i cani lupi, così sono nate le domande da cui nascono tutte le sue storie. Il libro è sempre la risposta a quelle domande. Un gioiellino per “ mantenere viva la memoria” nelle mente dei nostri ragazzi.


Durata totale della lettura: Tre  giorni
Bevanda consigliata: Cioccolata calda al gianduia
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 11-13 anni
Sito dell'autore: Fabrizio Altieri









      "L'amicizia di una bimba ed un cane, 
contro il male assoluto."





                            

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