Il tatuatore di Auschwitz
di Heather Morris
Editore: Garzanti
Prezzo cartaceo: € 17,90
Prezzo Ebook: € 9,99
Pagine: 208
Genere: Romanzo Storico
Il cielo di un grigio sconosciuto incombe sulla fila di donne. Da quel momento non saranno più donne, saranno solo una sequenza inanimata di numeri tatuati sul braccio. Ad Auschwitz, è Lale a essere incaricato di quell’orrendo compito: proprio lui, un ebreo come loro. Giorno dopo giorno Lale lavora a testa bassa per non vedere un dolore così simile al suo finché una volta alza lo sguardo, per un solo istante: è allora che incrocia due occhi che in quel mondo senza colori nascondono un intero arcobaleno. Il suo nome è Gita. Un nome che Lale non potrà più dimenticare. Perché Gita diventa la sua luce in quel buio infinito: racconta poco di lei, come se non essendoci un futuro non avesse senso nemmeno un passato, ma sono le emozioni a parlare per loro. Sono i piccoli momenti rubati a quella assurda quotidianità ad avvicinarli. Dove sono rinchiusi non c’è posto per l’amore. Dove si combatte per un pezzo di pane e per salvare la propria vita, l’amore è un sogno ormai dimenticato. Ma non per Lale e Gita, che sono pronti a tutto per nascondere e proteggere quello che hanno. E quando il destino tenta di separarli, le parole che hanno solo potuto sussurrare restano strozzate in gola. Parole che sognano un domani insieme che a loro sembra precluso. Dovranno lottare per poterle pronunciare di nuovo. Dovranno conservare la speranza per urlarle finalmente in un abbraccio. Senza più morte e dolore intorno. Solo due giovani e la loro voglia di stare insieme. Solo due giovani più forti della malvagità del mondo.
Il tatuatore di Auschwitz è il libro del 2018 e nessun editore ha potuto lasciarsi scappare una storia così intensa da far vibrare le corde più profonde dell’animo. Una storia che presto diventerà un film. Il dolore che Lale e Gita hanno conosciuto e l’amore grazie al quale lo hanno sconfitto sono un insegnamento profondo: perché restano ancora molte verità da scoprire sull’Olocausto e non bisogna mai smettere di ricordare. Un romanzo sul potere della sofferenza e sulle luci della speranza. Su una promessa di futuro quando intorno tutto è buio. |
Lale è un ragazzo colto, con tanti sogni e tante speranze per il futuro. La guerra però non lascia spazio ai sognatori e durante i primi rastrellamenti Lale decide di andare volontario per permettere alla sua famiglia di avere almeno un futuro. Con il suo vestito buono e la valigia piena di libri viene caricato come un animale e deportato ad Auschwitz: dopo un viaggio interminabile Lale capisce che il capitolo conclusivo della sua vita non dovrà essere quel campo e decide di combattere con l'unica arma che ha, la sua vita giorno dopo giorno senza farsi spezzare dai nazisti. Ho avuto la fortuna di partecipare ad un blogtour dedicato questo romanzo ed oggi voglio raccontare cosa ha rappresentato per me la sua lettura. Heather Morris mi ha coinvolto sin dalle primissime battute, è inutile negarlo ci sono romanzi che sanno rapirti dopo tre righe, ti entrano sottopelle e nel cuore e sussurrano alla tua anima. Per me questo è stato uno di quei casi, un libro su venti riesce a rapirmi totalmente anima e cuore, la storia di Lale e della sua scelta di sopravvivere resteranno scolpiti nella memoria a lungo. Il periodo del nazismo e la deportazione degli ebrei sono degli argomenti molto delicati, non è facile raccontarli coinvolgendo non solo il lato emotivo del lettore: in questo caso l'autrice ha portato all'attenzione del lettore quella parte di persone che sopravvissero ma vennero poi etichettate come collaborazionisti. Ma davvero possiamo giudicare chi ha lavorato per i nazisti con l'unico scopo di vivere un giorno in più? Non fa parte dell'istinto di sopravvivenza che ogni creatura ha dentro di sé? Possiamo noi davvero giudicare così duramente queste persone che sono state spogliate della propria identità e della propria anima, costrette a camminare sui corpi dei loro fratelli? Questo romanzo parla di amore e di persone, di dolore e di speranza: sono tanti i temi sui quali l'autrice ha focalizzato l'attenzione dando al lettore molteplici spunti di riflessione. Ho adorato questo romanzo, ho pianto e sofferto insieme a Lale e Gita, sarà davvero difficile dimenticare la loro storia.
Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata: Tè al karkadè
Età di lettura consigliata: da 16 anni
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