sabato 27 gennaio 2018

Recensione: Per quieto vivere


Per quieto vivere
di Massimiliano Smeriglio


Editore:Fazi editore
Prezzo Cartaceo: € 7,99
Pagine: 224



4 giugno 1944. Una donna si getta dal decimo piano di un caseggiato popolare per sfuggire al linciaggio della folla. È la portiera del palazzo che, fedele al regime fascista, con le sue denunce ha provocato la condanna a morte di alcuni giovani partigiani. Settant’anni dopo, il nipote, un uomo superficiale e indolente che ha ereditato il ruolo di portiere nel medesimo stabile, è all’ossessiva ricerca dei responsabili del suicidio della nonna. Sotto il suo sguardo morboso si dipanano le vite dei condomini: un giornalista colpito da una malattia degenerativa accudito amorevolmente dal figlio; un’anziana donna, considerata matta, che cela nella sua follia un terribile passato; un uomo che è al contempo spacciatore pregiudicato e padre premuroso; una bambina enigmatica e solitaria; un padre in fin di vita e un ragazzo addolorato dall’indifferenza che sente per la sorte del genitore. Il portiere osserva e si nutre dei tormenti di questa umanità disgregata, ma quello che prova non è che sprezzante distacco: nel suo cuore c’è posto solo per il rancore. L’autore, con grande abilità mimetica e introspettiva, tratteggia una galleria di personaggi tormentati dalla propria storia, la cui lotta per trovare requie sembra imprescindibilmente legata al distacco e al disincanto. Un romanzo sulle trame del passato e i nodi del presente: Per quieto vivere, una storia in cui nessuno è in pace.



Questo romanzo, è magistralmente scritto. L’autore è un giornalista e scrittore, che con la sua narrazione, tocca le corde più sensibili dell’animo umano, e lo fa mettendo in mostra, anche quanto dura e crudele possa essere la vita. Partendo da un suicidio, avvenuto nel lontano 1944, il nipote della vittima, dovrà oggi fare i conti con una realtà scomoda, che ha appunto comportato la morte della nonna. Il tutto avviene all’interno di un condominio, dove come prevedibile pensare, il ventaglio di vite presenti è realmente variegato. Per il protagonista del romanzo, infatti, l’obiettivo principale, sarà quello di tornare a fare il portiere nel condominio dove era nato e cresciuto, e cercare così di stanare i responsabili che tanto male avevano fatto a lui e alla nonna. Erano inoltre stati anni drammatici quelli che hanno caratterizzato la sua crescita, con la madre morta, il padre disperso in Russia, per il bimbo, le uniche soluzioni erano state, prima le suore, poi l’orfanotrofio. Un conto comunque, il protagonista lo ripete spesso, è parlare di morte, altro conto è di morire. Leggendo questo romanzo, capirete che: il passato somigli a un imbuto, non importa quante distanze hai messo, quanti chilometri o quanti anni. Prima o dopo si rischia sempre di finirci nuovamente dentro. Mai voltarsi indietro comunque, o la nostalgia finirà sempre col travolgerci. Una trama dura, forse non per tutti. Uno spaccato duro di realtà ancora presenti in alcuni quartieri del nostro paese.


Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Caffè ristretto
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Massimiliano Smeriglio









      "Un condominio, il tormento che alimenta il male."





                            

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