di Roman Senčin Editore: Fazi editore Prezzo Cartaceo: € 16,50 Pagine: 268 Titolo Originale: Eltyševy «In Russia gli Eltyšev stanno diventando un simbolo, un nome conosciuto quando Oblomov» Le temps «La provincia della provincia, l'esilio dell'esilio - per il romanzo duro e singolare di uno dei nuovi rappresentanti del realismo russo» Le monde «L'ultimo degli Eltyšev è Robinson Crusoe capovolto: il deterioramento dello spirito umano che si disperde a ogni livello della vita, il fallimento di individualismo e iniziativa, la capitolazione dell'uomo di fronte alla natura... Cattura l'umore di un'epoca» Lev Danilkin
Gli Eltyšev sono una famiglia come tante, nella Russia di oggi: Nikolaj è un agente di polizia che si occupa della sorveglianza in un luogo di detenzione per alcolizzati e disturbatori della quiete pubblica, sua moglie Valentina lavora da trent'anni nella biblioteca cittadina. Hanno due figli ventenni: il maggiore è uno scansafatiche e il minore è in carcere da quando, in una rissa, ha ridotto un altro ragazzo a un vegetale. Ma poteva andare peggio, in fondo. Non vivono nel lusso, certo, ma la loro è una vita onesta e normale: un appartamento assegnato dal comune, un televisore e perfino un'auto, il simbolo del benessere per eccellenza. Tutto precipita, però, quando Nikolaj perde il lavoro a causa di una grave negligenza. La famiglia è costretta a trasferirsi in campagna, nella catapecchia di una vecchia zia. Le conseguenze sono devastanti: è l'inizio di una discesa agli inferi, un susseguirsi di fallimenti e disgrazie, scanditi da alcol, apatia e violenza, che porteranno alla lenta e inesorabile disgregazione della famiglia. Perché i legami affettivi e le buone intenzioni nulla possono di fronte alla miseria. La provincia russa di oggi è un altro mondo, in un altro tempo, e Roman Senčin, che la conosce bene, ce ne racconta il lato oscuro. Tradotto in dieci paesi e finalista ai più importanti premi letterari nazionali, il romanzo ha riscontrato un grande successo di pubblico e critica. Il suo giovane autore rientra oggi nel novero delle voci più significative della letteratura russa contemporanea.
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Un’appassionata della letteratura russa come me non poteva
farsi sfuggire questo romanzo, l’attesa opera di Roman Senčin, che ha portato
alla ribalta una delle più significative voci della letteratura russa
contemporanea. Tradotto in dieci paesi e finalista ai più importanti premi
letterari nazionali, L’ultimo degli Eltyšev ha riscontrato un grande
successo di pubblico e critica. Ma diciamoci la verità, sono pochi i romanzi in
grado di lasciarti l’amarezza e il senso di vuoto che ti lascia questa opera.
Ogni tanto ho dovuto interrompere la lettura e sollevare il naso nelle realtà,
guardarmi intorno, mettere distanza tra quello che leggevo e quello che vivevo.
La trama è delle più semplici, anzi forse troppo semplice: Nikolaj Eltyšev vive
con la moglie Valentina in città, insieme hanno due figli, detenuto in carcere
il primo, problematico e apatico il secondo. Nikolaj lavora in polizia, o
per essere precisi, raccatta ubriaconi per strada, Valentina lavora in
biblioteca.
Per fare una citazione tipicamente russa “ogni famiglia
infelice è infelice a modo suo” e Senčin non poteva farlo capire in maniera
migliore. Con il tono confidenziale di un vecchio amico nello stesso tempo
rassegnato e partecipe, l’autore non fa altro che raccontare una tragedia dopo
l’altra e tu, lettore, cerchi di sopravvivere, ma l’anima ne esce
devastata. Leggere questo libro è come precipitare, una lunga caduta nel vuoto senza nessun appiglio al quale aggrapparsi, senza nessuna possibilità di vedere la fine della caduta.
Una lettura consigliata, ma solo per chi è pronto ad affrontare il realismo russo, quello vero.
Bevanda consigliata: Cioccolata calda e biscotti
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: Dai 16 anni
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