di Diego Galdino Editore: Sperling&Kupfer Prezzo cartaceo: € 17,90 Pagine: 276
Josephine ha grandi occhi verdi e un sorriso contagioso, nonostante la vita l'abbia presto messa alla prova costringendola a convivere con una malattia che le rende difficili anche le azioni più semplici, e che lei esorcizza tramite la fotografia, grazie a una vecchia polaroid appartenuta a sua madre. Anche se lei, in realtà, sua madre non l'ha mai conosciuta. Anzi, l'ha creduta morta per anni e, quando ha scoperto la verità, ormai era troppo tardi. In compenso però ha trovato una nuova famiglia: tre fratellastri di cui non ha mai sospettato l'esistenza. Carlotta, Emilia e Lorenzo.
Arrivata a Roma per scoprire qualcosa di più del suo passato e del suo inaspettato presente, Josephine è subito stregata dal romanticismo della città eterna. Abituata a guardarne le immagini in televisione o al cinema o sui libri, vedere dal vivo tanta meraviglia le dà quasi alla testa. Così, mentre il suo cicerone d'eccezione, Lorenzo, la guida attraverso i luoghi preferiti dalla madre e alla scoperta di incantevoli angoli nascosti, Josephine deve ammettere a sé stessa che è pressoché inevitabile innamorarsi di Roma, così come di quel ragazzo dagli occhi gentili... |
Josephine è una ragazza bellissima dai grandi occhi verdi e capelli ramati che vive a Ginevra; cresciuta senza la madre, morta dopo averla data alla luce, è stata tirata su dal padre con immenso amore e le ha dato tutto il suo supporto nell’affrontare la difficile malattia con cui convive da quando ha 15 anni. La sua vita è scandita da continui momenti di buio e tutto questo le dà limitazioni nel vivere liberamente la propria vita, e fare le cose da sola, in alcuni casi può essere pericoloso. Josephine però è determinata a non lasciare che la malattia prenda in mano le redini della sua vita e la affronta giorno dopo giorno a testa alta; ad ogni suo risveglio dopo una crisi si fa una foto con la polaroid, è il suo modo di reagire alla malattia dimostrandole di avere sempre la forza di rialzarsi e continuare la sua vita ciò nonostante. Quello a cui invece non è pronta, è scoprire che in realtà sua madre non è morta come suo padre le ha sempre raccontato e che ha dei fratellastri di cui ignorava l’esistenza. Per questo si reca a Roma, per fare i conti con un presente arricchito di nuove scoperte e persone nella sua vita, e cercare le sue radici; ma non si aspetta di innamorarsi di Roma, la città di sua madre, quella città dove Josephine si sente inspiegabilmente a casa.
Questa volta preparatevi ad una recensione piena di pareri positivi, perché ho amato questo libro dall’inizio alla fine apprezzandone ogni piccolo particolare, dalla copertina in cui si intravedono delle istantanee di Roma, allo stile con cui è stato scritto, i colpi di scena, i personaggi, gli scenari descritti, insomma tutto! Ci troviamo di fronte a un libro che tratta temi importanti quali l’abbandono, la malattia, la voglia di andare avanti nonostante le difficoltà della vita e il valore della famiglia; e tutto questo accade nell’incantevole città di Roma, descritta in modo affascinante e dettagliata, facendo scoprire una Roma che non ti aspetti. C’è poi quella nota di romanticismo che non guasta mai in un buon libro, ma non vi sto parlando di un romanticismo banale, bensì di uno di quelli che esprimono una tenerezza unica e che fanno venire voglia di innamorarsi subito. Insomma, è un libro da gustarsi fino all’ultima pagina e da leggere assolutamente, con l’unica pecca che la fine arrivi troppo presto e ci si trova costretti a dover lasciare con una certa tristezza i personaggi della storia.
Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Infuso alle foglie di eucaliptoQuesta volta preparatevi ad una recensione piena di pareri positivi, perché ho amato questo libro dall’inizio alla fine apprezzandone ogni piccolo particolare, dalla copertina in cui si intravedono delle istantanee di Roma, allo stile con cui è stato scritto, i colpi di scena, i personaggi, gli scenari descritti, insomma tutto! Ci troviamo di fronte a un libro che tratta temi importanti quali l’abbandono, la malattia, la voglia di andare avanti nonostante le difficoltà della vita e il valore della famiglia; e tutto questo accade nell’incantevole città di Roma, descritta in modo affascinante e dettagliata, facendo scoprire una Roma che non ti aspetti. C’è poi quella nota di romanticismo che non guasta mai in un buon libro, ma non vi sto parlando di un romanticismo banale, bensì di uno di quelli che esprimono una tenerezza unica e che fanno venire voglia di innamorarsi subito. Insomma, è un libro da gustarsi fino all’ultima pagina e da leggere assolutamente, con l’unica pecca che la fine arrivi troppo presto e ci si trova costretti a dover lasciare con una certa tristezza i personaggi della storia.
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 17 anni
Sito dell'autrice: Diego Galdino
«Amare non è un obbligo, una condizione, un diritto o un dovere, amare è una scelta...e io ho scelto di amare te Peach, ho scelto di amarti per sempre.»
L'autore Diego Galdino, è stato così gentile da concederci un'intervista per saziare le nostre curiosità a proposito del suo nuovo romanzo, e dato il mio entusiasmo riguardo questa nuova lettura, non posso che esserne lusingata e felice!
1. Josephine, la protagonista del libro, è cresciuta con la convinzione che sua madre sia morta e quando scopre il contrario, reagisce partendo per Roma alla scoperta della sua nuova famiglia e delle radici di sua madre, dimostrando una grande forza caratteriale. Lei cosa farebbe se le accadesse la stessa cosa, riuscirebbe a reagire allo stesso modo?
Prima di tutto, dammi del tu, per favore. Chiunque legga i miei romanzi diventa per me un amico e tra amici ci si dà del tu, no? A parte questo, io credo molto nei legami di sangue, forse all'inizio l'avrei odiata per non essermi venuta a riprendere, ma poi la voglia di conoscere mia madre attraverso le persone che l'avevano amata e vissuta mi avrebbe spinto a partire per riempire quel vuoto affettivo che m'impediva di essere completamente me stesso. Il rapporto tra sorelle credo sia il più bello in assoluto, forse perché avendo due figlie ce l'ho davanti agli occhi quotidianamente.
2. E vada per il "tu"!
Alla protagonista è stata diagnosticata la narcolessia, una malattia che conoscevo poco e che grazie al tuo libro, ho avuto modo di approfondire maggiormente. Quanto è stato difficile per te calarsi nel personaggio di Josephine e descrivere come lei riesce a convivere con questa malattia?
Credo che la mia grande fortuna sia riuscire ad immergermi completamente nelle storie che scrivo. In pratica divento a mia volta uno dei personaggi: silenziosamente interagisco con loro, li ascolto parlare, li vedo, li vivo, io non mi calo nel personaggio, io ci divento amico, un buon amico che cerca di aiutarli a coronare i loro sogni sentimentali. Quando feci leggere la mia storia al Presidente dell'Associazione Italiana Narcolettici, lui mi chiese se avessi un parente, o una persona a me molto vicina affetta da narcolessia, ecco Peach per me, nel momento in cui ho scritto, anzi vissuto la storia, era la persona a me più vicina.
3. Il destino spesso con il suo zampino entra nelle nostre vite modificando il corso delle cose, come è successo più volte anche ai personaggi del libro. Secondo te, quanto può incidere sulla nostra vita il destino?
Il destino credo che possa incidere tantissimo sulla vita delle persone. È vero, bisognerebbe essere artefici del proprio destino, ma, a volte, per quanto uno possa impegnarsi per indirizzarlo a proprio favore, lui tende ad andare per conto suo... Quando mi dicono che ai personaggi dei romanzi d'amore capitano sempre cose brutte, io racconto la vita di Keanu Reeves, così poi le persone si rendono conto che non è poi così inverosimile ciò che hanno letto.
4. Tra le pagine il tuo amore per Roma è chiaro e tangibile, e in particolare mi ha colpito questa frase: “Roma si faceva perdonare due ore di traffico violento e insensato mostrando anche solo di sfuggita uno dei suoi milioni di scorci di una bellezza che ti uccide”. È talmente facile innamorarsi della tua città in modo così incondizionato?
Io non lo so se è facile... A me sembra naturale... Come dicevamo prima... Destino. Mi viene in mente una dichiarazione d'amore di un romano che potrebbe suonare più o meno così: «Io, per lei, rinuncerei anche a Roma...»
5. Lorenzo si improvvisa guida turistica e fa conoscere a Josephine un lato di Roma che le tv e i giornali non mostrano mai; insieme visitano il Sentiero delle Acque, il parco dell’Appia Antica, il Giardino degli Aranci e altri luoghi meno noti della città. Quale angolo di Roma mostreresti ad una persona per te speciale, che non ha mai visitato questa città?
Il posto di Roma che preferisco è il Giardino degli Aranci... Ma tutto l'Aventino è magico... A Maggio, secondo me, è il posto in cui tutto può succedere... E se vuoi conquistare una persona, farla passare dal roseto comunale in fiore, o per le abbazie medievali, il Giardino degli Aranci e la serratura del Priorato di Malta, ti renderà la cosa molto più semplice.
6. Il tuo romanzo d’esordio “Il primo caffè del mattino” presto diventerà un film; se ti proporrebbero di vendere i diritti cinematografici per proiettare anche “Ti vedo per la prima volta” sul grande schermo, accetteresti? Ps: Non ti nascondo che io ne aspetterei l’uscita in fervente attesa!
Beh! Saremmo in due ad aspettarne l'uscita in fervente attesa. Forse mi darebbe più gioia e soddisfazione de Il primo caffè del mattino, ma solo perché sono certo che la persona a cui ho dedicato Ti vedo per la prima volta farebbe di tutto per farlo proiettare anche in paradiso...
Grazie infinite a Diego Galdino, che con disponibilità e simpatia, ha dedicato un po' del suo tempo alle mie curiosità.
Prima di tutto, dammi del tu, per favore. Chiunque legga i miei romanzi diventa per me un amico e tra amici ci si dà del tu, no? A parte questo, io credo molto nei legami di sangue, forse all'inizio l'avrei odiata per non essermi venuta a riprendere, ma poi la voglia di conoscere mia madre attraverso le persone che l'avevano amata e vissuta mi avrebbe spinto a partire per riempire quel vuoto affettivo che m'impediva di essere completamente me stesso. Il rapporto tra sorelle credo sia il più bello in assoluto, forse perché avendo due figlie ce l'ho davanti agli occhi quotidianamente.
2. E vada per il "tu"!
Alla protagonista è stata diagnosticata la narcolessia, una malattia che conoscevo poco e che grazie al tuo libro, ho avuto modo di approfondire maggiormente. Quanto è stato difficile per te calarsi nel personaggio di Josephine e descrivere come lei riesce a convivere con questa malattia?
Credo che la mia grande fortuna sia riuscire ad immergermi completamente nelle storie che scrivo. In pratica divento a mia volta uno dei personaggi: silenziosamente interagisco con loro, li ascolto parlare, li vedo, li vivo, io non mi calo nel personaggio, io ci divento amico, un buon amico che cerca di aiutarli a coronare i loro sogni sentimentali. Quando feci leggere la mia storia al Presidente dell'Associazione Italiana Narcolettici, lui mi chiese se avessi un parente, o una persona a me molto vicina affetta da narcolessia, ecco Peach per me, nel momento in cui ho scritto, anzi vissuto la storia, era la persona a me più vicina.
3. Il destino spesso con il suo zampino entra nelle nostre vite modificando il corso delle cose, come è successo più volte anche ai personaggi del libro. Secondo te, quanto può incidere sulla nostra vita il destino?
Il destino credo che possa incidere tantissimo sulla vita delle persone. È vero, bisognerebbe essere artefici del proprio destino, ma, a volte, per quanto uno possa impegnarsi per indirizzarlo a proprio favore, lui tende ad andare per conto suo... Quando mi dicono che ai personaggi dei romanzi d'amore capitano sempre cose brutte, io racconto la vita di Keanu Reeves, così poi le persone si rendono conto che non è poi così inverosimile ciò che hanno letto.
4. Tra le pagine il tuo amore per Roma è chiaro e tangibile, e in particolare mi ha colpito questa frase: “Roma si faceva perdonare due ore di traffico violento e insensato mostrando anche solo di sfuggita uno dei suoi milioni di scorci di una bellezza che ti uccide”. È talmente facile innamorarsi della tua città in modo così incondizionato?
Io non lo so se è facile... A me sembra naturale... Come dicevamo prima... Destino. Mi viene in mente una dichiarazione d'amore di un romano che potrebbe suonare più o meno così: «Io, per lei, rinuncerei anche a Roma...»
5. Lorenzo si improvvisa guida turistica e fa conoscere a Josephine un lato di Roma che le tv e i giornali non mostrano mai; insieme visitano il Sentiero delle Acque, il parco dell’Appia Antica, il Giardino degli Aranci e altri luoghi meno noti della città. Quale angolo di Roma mostreresti ad una persona per te speciale, che non ha mai visitato questa città?
Il posto di Roma che preferisco è il Giardino degli Aranci... Ma tutto l'Aventino è magico... A Maggio, secondo me, è il posto in cui tutto può succedere... E se vuoi conquistare una persona, farla passare dal roseto comunale in fiore, o per le abbazie medievali, il Giardino degli Aranci e la serratura del Priorato di Malta, ti renderà la cosa molto più semplice.
6. Il tuo romanzo d’esordio “Il primo caffè del mattino” presto diventerà un film; se ti proporrebbero di vendere i diritti cinematografici per proiettare anche “Ti vedo per la prima volta” sul grande schermo, accetteresti? Ps: Non ti nascondo che io ne aspetterei l’uscita in fervente attesa!
Beh! Saremmo in due ad aspettarne l'uscita in fervente attesa. Forse mi darebbe più gioia e soddisfazione de Il primo caffè del mattino, ma solo perché sono certo che la persona a cui ho dedicato Ti vedo per la prima volta farebbe di tutto per farlo proiettare anche in paradiso...
Grazie infinite a Diego Galdino, che con disponibilità e simpatia, ha dedicato un po' del suo tempo alle mie curiosità.
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