mercoledì 22 marzo 2017

Recensione: L'ottico di Lampedusa

L'ottico di Lampedusa 
di Emma-Jane Kirby


Editore: Salani
Prezzo E-Book: € 9,99 
Prezzo cartaceo: € 14,90
Pagine: 208



Carmine di mestiere fa l’ottico, ha cinquant’anni e vive sull’isola di Lampedusa. Ha scelto di vivere nella meravigliosa isola incastonata nel Mediterraneo per la sua pace, per il mare bellissimo, blu cobalto, in cui nuotano i delfini. Carmine potrebbe essere ognuno di noi: ha la sua vita, si preoccupa del futuro dei figli ormai grandi, si tiene in forma facendo jogging, ha un’attività ormai avviata, degli amici, insomma una vita tranquilla e solida nella calma di questa terra tra la Sicilia e l’Africa. Sì, certo, anche qui qualcosa è cambiato, i turisti, i resti dei barconi abbandonati, i sacchetti di plastica che svolazzano, quei gruppetti di africani che vede camminare stancamente sulle strade dell’isola, autobus che ormai quasi ogni giorno escono dal porto stipati di migranti appena sbarcati, e poi tv e giornali traboccano di notizie di annegamenti e naufragi. Meglio non pensarci. Ma quel 3 ottobre del 2013 Carmine esce in barca con i suoi amici, a pescare e godersi il mare d’autunno, e all’improvviso si ritrova calato in quella realtà sino ad allora così lontana. In otto, con un solo salvagente recuperano quarantasette naufraghi, e la loro vita e quella dei salvati non sarà mai più la stessa. Tutti gli altri sono morti. 
Questo romanzo non è solo il racconto intenso e indimenticabile del risveglio di una coscienza, ma anche una testimonianza toccante che riesce a evitare la retorica e l’invettiva riportando il problema dei migranti, senza banalizzarlo, alle sue dimensioni umanitarie, e che chiarisce la situazione di una crisi tuttora in corso, culminata in una del­le più imponenti migrazioni di massa della storia dell’umanità.





L’ottico di Lampedusa si chiama Carmine ed il 3 ottobre 2013 era in barca con degli amici: si era concesso un momento di svago e di riposo sul finire dell’estate, ma si trovò ad essere testimone di una delle più grandi tragedie del Mediterraneo. Un barcone proveniente dalla Libia carico di migranti era infatti affondato, e Carmine ed i suoi amici si ritrovarono a prestare i primi soccorsi ai naufraghi.
Non fu possibile salvare tutti. La barca era piccola, le persone da salvare centinaia. La notizia conquistò le prime pagine dei giornali e scosse l’opinione pubblica di tutta Europa, portando tutti i Paesi dell’Unione a ridiscutere il tema dei migranti.
Ma c’è un lato umano di questa vicenda, quello raccontato da Emma-Jane Kirby, una reporter della BBC che ha raccolto la testimonianza di Carmine ed ha scritto questo libro. Ne L’Ottico di Lampedusa si raccontano i giorni immediatamente precedenti e successivi a questo terribile episodio dal punto di vista di Carmine. Esiste un “prima” ed esiste un “dopo” in questo libro. Prima del naufragio c’è una piacevole tranquillità nelle attività quotidiane di Carmine. Dopo il naufragio, sia Carmine che il lettore non possono evitare di ricordare quanto dolore ci sia stato in quei momenti, ed ogni piccola cosa appare sotto una luce completamente diversa.
Il libro alterna momenti particolarmente toccanti a momenti di riflessione sulla dimensione umana di questa tragedia, creando una particolare empatia tra il lettore e questa storia. Una storia che non lascia indifferenti, e che regala al lettore uno sguardo umano su quella che è una delle più grandi tragedie dei nostri giorni.






Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata:  The verde
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Emma-Jane Kirby

 









"Loro erano otto, e c'erano decine, no, centinaia di persone in acqua.
E in barca avevano soltanto una ciambella salvagente." 

                                            

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