mercoledì 30 novembre 2016

Recensione: Il paese di Juan


Il paese di Juan
di Maria Teresa Andruetto


Editore: Mondandori
Prezzo Cartaceo: € 8,00
Prezzo Cartaceo: € 4,99
Pagine: 60


Juan e i suoi genitori vivono in campagna, coltivando la terra e allevando mucche. Ma il destino si accanisce su quella semplice serenità: disastri naturali e leggi scriteriate li portano a perdere tutto. La famiglia deve trasferirsi a Villa Carton, dove l'unica prospettiva è raccogliere carta e cartone da riciclare. Sopravvivere lì è ancora più difficile. Finché Juan conosce Anarina, una bambina della sua età, con una storia simile alla sua. E dal momento in cui le loro vite si incrociano, il futuro comincia a sorridere.



Questo libro, narra la storia di due bambini, un maschio e una femmina, delle loro umili origini, dei mille sacrifici sostenuti dai genitori per crescere loro; e infine dell’incontro tra i due piccoli. Una “ fiaba”che è un ritratto nudo e crudo delle difficoltà economiche di molte famiglie, ancora oggi, un vero e proprio inno alla riscoperta della felicità nelle piccole cose quotidiane, e nella rivalutazione delle nostre radici.

“… Solo pietra restava, pietre e pochi uomini con radici di pietra, o di capra”. 

Juan è il bimbo protagonista, la sua famiglia per un lungo periodo di tempo ha vissuto dei proventi derivanti dall’allevamento delle mucche che avevano ereditato; fino al momento in cui, la siccità, i governi, e i ladri di bestiame non gliele fecero perdere tutte. In seguito all’impoverimento subìto, la famiglia di Juan, decide di trasferirsi a Villa Cartòn: la città che nessuno sa perché è stata chiamata così, e nemmeno quando, ma è da

“un sacco tempo che hanno messo giù le prime lamiere e i primi cartoni e che qualcuno ha piazzato mattoni e pietre sui tetti perché non volassero via”. 

 A Villa Cartòn finiscono quelli che arrivano dal Nord a cercare lavoro in città; ed è esattamente qui, che andranno a vivere anche Anarina e la madre, dopo la prematura morte del padre, alla ricerca anche loro di fortuna.

 “ E l’acqua che era dolce, è ora diventata amara”. 

Un libro molto toccante, sulle difficoltà che possono colpire la vita e la famiglia di ognuno di noi (un lutto improvviso, o la perdita del posto di lavoro ad esempio). Un delizioso romanzo, che insegnerà ai più piccoli, l’importanza del sacrificio, del lavoro, ma anche del rispetto della tradizione e degli affetti più cari (vedi nello specifico, la “canzone della fiaschetta”, inventata dalle donne del Nord, che ha tenuto compagnia ad Anarina nel corso della sua intera vita). In allegato, un glossario dettagliato dei termini più caratteristici usati all’interno del libro (ad esempio: descrizione del mate). Questo libro, vi ricordo, ha permesso all’autrice argentina di vincere il notevole riconoscimento “Hans Christian Andersen 2012”. Una lettura che scorre veloce, e lascia nel profondo il sapore “agrodolce” di un mondo d’altri tempi, oggi più che mai attuale, nelle sue mille difficoltà descritte. Un romanzo che è prima di tutto una magica “filastrocca”, sotto forma di romanzo pensata per i più piccoli. Da non perdere, ancora grazie alla casa editrice, per la meravigliosa scoperta.


Durata totale della lettura: Un giorno
Bevanda consigliata: Cioccolata calda bianca
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 7 anni





      "Quando hai perso tutto, il cuore ti può salvare"



                            

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