Una giovane donna viene ritrovata morta, ad indagare sul suo omicidio c'è un uomo di nome Evert Bäckström, commissario dell'anticrime di Stoccolma. Non aspettatevi il classico commissario tutto d'un pezzo, il classico buono
alla ricerca della verità: questo protagonista per metà del romanzo vi farà infuriare per i suoi modi rozzi ed omofobi, per non parlare del suo onnipresente supersalame che sembra quasi ragionare al posto suo. Leif Persson propone al pubblico del noir non solo un romanzo che non segue il classico schema a cui siamo abituati ma anche una figura da disprezzare che non è il cattivo ma dovrebbe essere il buono. La narrazione per circa metà del romanzo segue le vicende di Bäckström: ci addentriamo nella sua anima, anche se non sono sicura che ce l'abbia realmente, oscura fatta di perversioni e pensieri cattivi su chiunque gli capiti di fronte, detito alla sbronza anche in orario di ufficio ed interessato solo a molestare una povera giornalista. Quando ormai il lettore è abituato a questo personaggio ed inizia quasi a sopportarlo, l'autore cambia punto di vista e ci ritroviamo all'improvviso con Backström relegato in secondo piano ed un cambio di regia e di punto di vista totalmente inaspettato che coglie del tutto imprerati. La maestria dell'autore risiede proprio in questo, non solo il lettore non può mai abbassare la guardia ma si ritrova tra i piedi un protagonista scomodo ed irritante. Tutti i classici canoni del noir in questo romanzo vengono ribaltati ed è questo che funziona: quante volte ci siamo ritrovati a leggere un ottimo romanzo che però ha sempre il classico schema narrativo? omicidio indagine colpevole colpo di scena nuovo colpevole? Persson non ha fatto nulla di tutto ciò: ha creato un suo schema, un suo protagonista che sembra quasi un'antagonista che colpiscono il lettore e lo incuriosiscono con una nuova frontiera del noir. Ottimo primo romanzo di una fortunata serie che è diventata anche una serie tv.
Serie Bäckström
Linda - som i Lindamordet - Anatomia Di Un'indagine
alla ricerca della verità: questo protagonista per metà del romanzo vi farà infuriare per i suoi modi rozzi ed omofobi, per non parlare del suo onnipresente supersalame che sembra quasi ragionare al posto suo. Leif Persson propone al pubblico del noir non solo un romanzo che non segue il classico schema a cui siamo abituati ma anche una figura da disprezzare che non è il cattivo ma dovrebbe essere il buono. La narrazione per circa metà del romanzo segue le vicende di Bäckström: ci addentriamo nella sua anima, anche se non sono sicura che ce l'abbia realmente, oscura fatta di perversioni e pensieri cattivi su chiunque gli capiti di fronte, detito alla sbronza anche in orario di ufficio ed interessato solo a molestare una povera giornalista. Quando ormai il lettore è abituato a questo personaggio ed inizia quasi a sopportarlo, l'autore cambia punto di vista e ci ritroviamo all'improvviso con Backström relegato in secondo piano ed un cambio di regia e di punto di vista totalmente inaspettato che coglie del tutto imprerati. La maestria dell'autore risiede proprio in questo, non solo il lettore non può mai abbassare la guardia ma si ritrova tra i piedi un protagonista scomodo ed irritante. Tutti i classici canoni del noir in questo romanzo vengono ribaltati ed è questo che funziona: quante volte ci siamo ritrovati a leggere un ottimo romanzo che però ha sempre il classico schema narrativo? omicidio indagine colpevole colpo di scena nuovo colpevole? Persson non ha fatto nulla di tutto ciò: ha creato un suo schema, un suo protagonista che sembra quasi un'antagonista che colpiscono il lettore e lo incuriosiscono con una nuova frontiera del noir. Ottimo primo romanzo di una fortunata serie che è diventata anche una serie tv.
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Den döende detektiven - L'utima indagine
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Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
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