Ed ora qui su queste pagine abbiamo l'onore di ospitare non una ma bensì due delle protagoniste di questo romanzo che ci hanno concesso una bellissima intervista! Diamo spazio a Giulia e Rebecca!
Cara Giulia grazie per essere riuscita a trovare un momento per la nostra intervista, di che colore siamo sulla tua tabella degli impegni?
Giulia: Vi ho lasciati in bianco, fate parte del mio tempo libero, quello che dedico a fare ciò che mi piace. Ma sbrighiamoci, perché è pochissimo.
Piccola Rebecca sei comoda? Dov’è il drago? So che oggi hai avuto una giornata molto piena a scuola, ormai la tua carriera di narratrice di favole ti impegna per tutta la ricreazione! Grazie di essere venuta e grazie anche alla mamma che ti ha accompagnata.
Rebecca: Grazie, mi piace questo posto. È morbido.
1.
Che cosa avete pensato, l’una dell’altra, la prima volta che vi siete viste? Giulia spero che tu riesca a ricordare qualcosa di quella sera.
Giulia: Stavo rientrando a casa dopo un pieno di mojito, cosa vuoi che abbia pensato? Che non bisognerebbe lasciare bambini sul pianerottolo, che ci si inciampa.
Rebecca: A me Giulia è sembrata strana. Ma strana bella, non strana brutta.
2. Dopo aver scoperto che le favole della Disney sono solo finzione di sicuro la realtà ha iniziato ad avere un significato diverso: Babbo Natale quindi esiste? Ma soprattutto rispetto alle altre persone che ancora non sapevano la verità come vi siete sentite?
Giulia: Non è che le fiabe della Disney siano finzione, sono versioni diverse delle fiabe classiche, sono modificate, come succede normalmente nella tradizione orale. Babbo Natale non esiste, come non esistono le principesse che dormono cent’anni o i topini canterini con esperienza di alta sartoria. Ma sono fiabe, fanno parte della storia dell’umanità, sono una tra le più antiche forme di narrativa. A me piacciono molto di più nelle versioni dei Grimm, di Perrault e di Andersen, per citare quelle che ho raccontato a Rebecca. Le storie edulcorate mi sembrano insulse e false, i bambini vanno preparati al mondo adulto, non presi in giro.
Rebecca: Quando ho saputo che le sorellastre di Cenerentola erano state accecate e che la strega di Biancaneve era stata uccisa dagli sposi il giorno della nozze, sono corsa a dirlo ai miei compagni di classe. Non capisco perché i grandi ci vogliano raccontare solo storie dove tutto va bene e tutti sono buoni, a me piacciono molto più quelle che mi racconta Giulia.
3. Ora una domanda solo per Giulia: dimmi la verità, tu credi ancora a Zorro vero?
Giulia: Mi rifiuto di rispondere. E comunque non vedo perché escludere che Zorro esista.
4. Rebecca invece dimmi come vanno le cose con la Gilda? E raccontami ti prego su cosa sta lavorando Daniele in questo momento!
Rebecca: Le bambine della Gilda del cerchietto non mi danno più fastidio. Non ci siamo simpatiche, ma adesso lasciano in pace me e Daniele. Lui, ora, sta inventando un fumetto. Credo che ci sia un supereroe con un drago, ma non vuole farmelo vedere finché non sarà finito.
5. Quando sarai diventata grande Rebecca cosa sogni di fare?
Rebecca: Non lo so ancora, è troppo presto. Forse la maestra: mi piacerebbe insegnare ai bambini le storie come sono state scritte davvero. O inventarne di nuove insieme a loro.
6. Giulia sei così brava a raccontare le favole, non hai mai pensato di diventare scrittrice? Come mai hai scelto il mondo della pubblicità?
Giulia: Per carità, non farei mai la scrittrice! È un lavoraccio: in Italia vivi di spiccioli se sei fortunata, devi avere almeno un altro lavoro per mantenerti e scrivere nel tempo libero, per poi magari vedere in cima alle classifiche libri stucchevoli che ti imbarazzerebbe anche solo leggere in metropolitana davanti a tutti. Io ho scelto di fare la pubblicitaria perché amo la sintesi, mi piace lavorare in velocità, su vari progetti, uno diverso dall’altro, inventare ogni volta qualcosa di nuovo e soprattutto guadagnare bene. Anche se mi resta poco margine di vita privata per potermi godere lo stipendio.
7. Perché hai deciso di raccontare a Rebecca le vere storie delle favole?
Giulia: Non si è trattato di una decisione, semplicemente le ho raccontato le fiabe che ci sono state riportate dai Grimm e da Perrault, o che sono state inventate da Andersen. Non vedo per quale ragione avrei dovuto modificare le storie. Quelle erano le fiabe che venivano raccontate ai bambini, quelle sono le fiabe che ho raccontato a Rebecca. Conosco quelle, e le preferisco di gran lunga alle melensaggini a cui stanno abituando i bambini di adesso. A me, da piccola, piaceva ascoltare come una sorellastra si tagliava un calcagno pur di infilare il piede nella scarpetta, o come una strega veniva uccisa dopo aver cercato di far fuori in vari modi la protagonista. Non sono rimasta traumatizzata per questo, né sono diventata un’assassina.
8. Abbiamo notato che Leone, dapprima un vero e proprio Scrooge, è diventato un gentiluomo shakespeariano: ora ditemi la verità quale versione di lui preferivate?
Giulia: Leone è sempre stato shakespeariano, si trattava solo di lasciargli lo spazio di muoversi fra tragedia e commedia. E non ha smesso di essere infastidito dai rumori sul pianerottolo o di fare indovinelli sul Bardo a tradimento. Adesso che è parte di questa bislacca famiglia che siamo diventati, lo usiamo come arma contro gli estranei.
Rebecca: Io lo preferisco adesso perché non mi fa più paura. E poi mi racconta storie bellissime. La mia preferita è una con il Re e la Regina delle Fate e un folletto che si chiama Puck.
9. Rebecca tra Giulia e Leone come narratori chi preferisci?
Rebecca: Giulia, perché con lei rido moltissimo.
10. Ormai avete fatto amicizia e vi conoscete da un po’ di tempo quindi ditemi un pregio e un difetto dell’altra.
Giulia: Fa domande impertinenti e non ha ancora imparato a dormire da sola. Ma non vi dico quale sia il pregio e quale sia il difetto.
Rebecca: Non dovrebbe farmi mangiare dolci la sera e a volte potrebbe ricordarsi che ho solo nove anni, nemmeno compiuti. Ma difetti non me ne vengono in mente.
11. Giulia dimmi la verità ti sei convertita a leggere in digitale sul Coso? Come l’avete chiamato poi?
Giulia: Quelli del marketing lo hanno chiamato Lifereader, ma noi continuiamo a chiamarlo Coso. E dopo aver arredato la mia libreria personale, confesso di andarci spesso. Le chiacchiere con Amelia, la bibliotecaria, sono impagabili.
12. So che le principesse sono poco intelligenti e brillanti quindi vi chiedo… Trasformatevi in una principessa e raccontatemi la vostra storia!
Giulia: Guarda, se io fossi una principessa vivrei in un palazzo progettato da Frank Lloyd Wright, avrei sempre qualcuno che si preoccupa di riempirmi il frigo e preparami da mangiare, lavorerei solo quando mi va (anche se probabilmente accadrebbe con la stessa frequenza di adesso), avrei un centro estetico con spa nel seminterrato, obbligherei tutti i miei sudditi a parlare e scrivere senza errori, vieterei il comic sans e il prezzemolo, e l’inno nazionale sarebbe un pezzo di rock’n’roll.
Rebecca: Io non voglio essere una principessa, voglio avere un drago e volare con lui tutte le volte che mi va. Però mi piacerebbe avere i vestiti lunghi come quelli delle principesse.
13. Dopo aver letto le vere storie da quale principessa siete state più deluse? E perché? Io per esempio ho da sempre adorato La bella addormentata e scoprire come si è comportata appena sveglia mi ha lasciata a dir poco perplessa!
Giulia: Io invece l’ho ammirata per la sua intraprendenza. Apre gli occhi, vede l’uomo della sua vita e non sta a perdere tempo. Per essere una che ha dormito un secolo, è piuttosto sveglia. Biancaneve è peggio: passi la prima volta che arriva la strega, ma la seconda e la terza devi essere particolarmente stupida per cascarci ancora.
Rebecca: Per me la più stupida è Raperonzolo. Non fa assolutamente niente, se non gettare le trecce a chiunque passi sotto la torre. Mi ha fatto venire voglia di tagliarmi i capelli.
14. Credete ancora nel vissero per sempre felici e contenti?
Giulia (ride): Mai creduto. Secondo me sarebbe già magico un “vissero bene, con una buona qualità della vita, abbastanza sereni e senza particolari problemi fino alla fine, facendosi compagnia, ridendo assieme e volendosi bene”.
Rebecca: Io ci credo. Se trovi la persona giusta devi essere felice e contento, anche se, secondo me, se sei felice è scontato che sei contento. Quindi “felice” può bastare. Ma anche “contento”.
Giulia (a Rebecca): Sì, ma il punto è il “per sempre”. Come si fa a essere felici per sempre? E se lo sei sempre, ti accorgi di esserlo?
Rebecca: Secondo me, se vedi che gli altri sono tristi, e tu non lo sei, ti accorgi di essere felice.
Giulia: Quindi serve gente triste intorno?
Rebecca (dopo aver riflettuto): Preferisco che siano tutti felici. O contenti. Allora forse non possono esserlo per sempre, sennò non se ne accorgono.
Giulia: Possono esserlo spesso. Qualcosa del tipo “E vissero molto spesso felici”.
Rebecca: E quando non sono felici sono tristi?
Giulia: Non è detto. Facciamo che quando non sono felici sono soddisfatti.
Rebecca: Sì. Allora va bene “Vissero molto spesso felici e il resto delle volte soddisfatti”.
15. Prima di salutarci vorrei farvi un’ultima domanda… Ci raccontate un vostro segreto segretissimo?
Giulia: No.
Rebecca: I segreti segretissimi si raccontano solo a un solo amico fidato. Io li racconto a Giulia o a Daniele o a mia mamma. Ma se lo racconto a più di una persona non è più un segreto segretissimo.
Grazie mille per essere state con noi e per averci regalato il vostro tempo e le vostre bellissime risposte!
Allora cosa ne pensate di queste due protagoniste? Non sono formidabili? io le adoro entrambe e personalmente vorrei assomigliare un pò a tutte e due! Come vi dicevo le sorprese non sono finite quindi per voi
In regalo per voi abbiamo una copia cartacea del romanzo "
Qualcosa di Vero" di Barbara Fiorio!
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Avete tempo fino al 10 Giugno, Buona fortuna a tutti!