martedì 6 gennaio 2015

Recensione: L'amante del bosco

L'amante del bosco
di Susan Vreeland

Editore: Neri pozza Editore
Prezzo: € 9,80
Pagine: 464
Titolo originale: The Forest Lover


Ogni artista, si sa, ha il suo démone, la forza impetuosa che lo separa dal resto del mondo e costituisce la fonte più vera della sua ispirazione. Il démone di Emily Carr, pittrice-culto di generazioni di donne e artiste, è il bosco dell’isola di Vancouver, la foresta pullulante e minacciosa, dove le case, nella prima metà del secolo scorso, erano ancora fatte di cedro e abitate da tribù nobili e fiere. Solo in quel luogo grondante di succhi vitali, il posto più selvaggio, più libero e seducente della terra, lei, l’amante del bosco, l’amica degli indiani e perciò, secondo sua sorella Dede, «la disgrazia della sua famiglia», ha scoperto il suo mondo, il paesaggio ideale della sua arte. Come nella Passione di Artemisia, Susan Vreeland ci offre, con L’amante del bosco, il ritratto indimenticabile di un’artista la cui vita è stata segnata dal conflitto con le ottuse convenzioni sociali e i pregiudizi dell’epoca. Vera e propria icona (prima di Georgia O’Keeffe e Frida Kahlo) dell’arte del secolo scorso, Emily Carr (1871-1945) condusse, infatti, un’esistenza scandalosa per il suo tempo: donna bianca della buona società vittoriana, visse tra le tribù indiane della Columbia britannica, e fece suo il loro stile di vita «selvaggio e pagano».



Ho sempre amato i libri che descrivono le vite di artisti famosi, ancora di piu' se le artiste sono donne. Non conoscevo assolutamente la pittrice Emily Carr ma mi ha molto incuriosito la trama di questo libro e osservando anche alcune sue opere ho deciso di leggerlo. La copertina rappresenta uno dei dipinti della Carr. Mi piacciono molto le sue opere perche' sembrano vive, sembrano muoversi impercettibilmente sotto lo sguardo dello spettatore come mosse da un vento sottile che rende ogni scena vivida. Ogni squarcio naturale con i suoi colori accesi e' invitante e fa quasi venire voglia di inoltrarsi nelle foreste disegnate, in quei luoghi selvaggi e sconosciuti nei quali grazie al libro scopriamo la pittrice ha vissuto davvero a lungo. Come molte dopo di lei Emily Carr e' una donna che stravolge il suo tempo. Emily e' una donna che combatte le convenzioni del suo tempo e che ricerca i soggetti dei suoi dipinti nella natura e nella cultura dei nativi americani. Spesso si ritrova a vivere in tribu' e ad conoscere profondamente questo mondo cosi' diverso e cosi' facilmente emarginato. Devo ammettere che il romanzo non e' sempre fluido nella lettura e ha volta si fatica un pochino a procedere ma devo anche riconoscere che e' interessante conoscere e portare alla luce il personaggio di questa pittrice non conosciuta da tutti ma che comunque penso sia stata una personalita' da ricordare nel suo campo e nella sua epoca. Mi piace ed e' da ammirare l'animo di un artista che ha la forza di esprimere se' stessa anche se questo implica combattere barriere ed ottuse convinzioni che limitano l'arte e chiudono la mente. Un libro forse non facile e non per tutti i gusti ma che comunque sono contenta di aver letto per avermi raccontato la storia di questa pittrice.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Succo di albicocca
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni







“Un'artista che si immerge completamente in un mondo considerato selvaggio e pagano ma in realta' magico e generoso. "

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