domenica 13 aprile 2014

Recensione: Briganti romantici

Briganti Romantici

di Silvino Gonzato

Prezzo di copertina: € 18,00
Editore: Neri Pozza Editore
Formato: Brossura
Pagine:256
Genere: Storia, Biografie


Si sono dati alla macchia per combattere le ingiustizie di cui erano state vittime le loro famiglie, le comunità contadine che li ospitavano o loro stessi. Sono diventati briganti per caso, non per vocazione. Hanno fatto un fardello delle proprie illusioni e, da veri romantici, si sono rintanati nei boschi, convinti di poter combattere con le armi un mondo che ritenevano ingiusto. Qualcuno li chiamava criminali e banditi, altri briganti. Spesso, tuttavia, anche se molti di loro si dichiaravano anarchici, erano pover’uomini, analfabeti che non avevano fatto altro che reagire d’impulso ai torti di cui erano stati vittime; disperati che progettavano di far cadere tutti i potenti del paese, chiunque essi fossero. Questo libro racconta cinque storie di briganti, dal Seicento alla fine dell’Ottocento, che mai avrebbero pensato di darsi alla macchia se le loro vite non fossero state sconvolte da qualcosa di inatteso e irreparabile. Persone come Giovanni Beatrice (detto Zanzanù) che diventò bandito per vendicarsi della fazione rivale che aveva barbaramente giustiziato suo padre nella piazza del paese; come Antonio Tosolini (detto Menotto), friulano, che imbracciò l’archibugio per punire il conte che lo aveva licenziato e che pagava troppo poco i braccianti. E ancora briganti come Michelina Di Cesare, di Caspoli, nel Casertano, che raggiunse nei boschi un ex sergente borbonico di cui si era innamorata; come Giuseppe Mayno, fuggito per colpa della sparatoria da lui innescata in cui morirono due gendarmi, o Francesco Demichelis (detto il Biondìn) arrestato per omicidio volontario, dopo aver ucciso un rapinatore per eccesso di legittima difesa.



Ho deciso di leggere questo libro interessata a conoscere le storie dei cinque briganti che l'autore ci presenta e magari, grazie a queste, cercare di capire meglio cosa può davvero significare la parola brigante e chi sono davvero questi personaggi che sono riusciti a rimanere nella memoria di molti tramite le loro gesta. Questi quattro uomini e una donna, non sono di certo da imitare ma possono far riflettere per le loro storie o almeno incuriosisce scoprire come e cosa li ha portati a diventare briganti ed a cambiare il corso della loro vita scegliendo di stare dalla parte dei cattivi. Vengono da tutto il mondo, dal nord al sud e nessuno nasce bandito ma lo diventa a causa di diverse circostanze. Hanno rubato, ucciso e compiuto atti di cui non andare fieri ma in un qualche modo sono rimasti nelle leggende e nei miti che molti ancora oggi ricordano, circondati da un'atmosfera romantica che li vuole soprattutto personaggi umili che si ribellano al potere politico e dei potenti a favore dei più deboli. Nel periodo che va dal '600 all'800 hanno scorrazzato per campagne e boschi, avendo molte volte il favore della maggior parte della popolazione e dopo la loro morte hanno lasciato il segno. Un segno che ancora oggi è conosciuto e può mostrarci uno stralcio di Italia e di storia che fa parte della cultura di tutti.

Durata della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Cafè alla nocciola
Età di lettura consigliata: dai 16 anni



“l’avventuroso destino di cinque «briganti romantici»."


Silvino Gonzato, è giornalista e scrittore, editorialista del giornale «L’Arena» di Verona. Ha pubblicato tre romanzi tra i quali, con Neri Pozza, Il chiostro e l’harem (1997); raccolte di reportage e libri di satira del costume. Massimo biografo di Emilio Salgari, è autore di numerosi saggi sul romanziere, tradotti anche all’estero. Nel 1994 ha curato un’antologia di scritti giornalistici di Salgari e nel 1995, per la Neri Pozza, ha scritto la fondamentale biografia Emilio Salgari, demoni, amori e tragedie di un capitano che navigò solo con la fantasia.


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