venerdì 14 marzo 2014

Recensione: La Mappa Dei Ricordi Perduti


La Mappa Dei Ricordi Perduti
di Kim Fay

Prezzo: € 18,00
Prezzo EBook: € 9,99
Editore: Neri Pozza
Titolo Originale: The Map of Lost Memories
Traduttore: F. Oddera
Pagine: 398
Genere: Narrativa Moderna

Nel 1925, a Shanghai, nessuno si chiede perché un forestiero metta piede in città. Si dà semplicemente per scontato che abbia qualcosa da nascondere. A che cosa serve, infatti, un'enclave in cui non occorre esibire alcun visto o passaporto se non a offrire rifugio a diseredati, avventurieri e criminali d'ogni specie desiderosi di una vita nuova? Irene Blum non sfugge alla regola e, nel 1925, arriva a Shanghai col suo bravo segreto da custodire gelosamente e celare a sguardi e orecchi indiscreti. Irene è cresciuta girovagando per le sale del museo Brooke di Seattle, e ascoltando, come fosse una favola per bambini, la storia della civiltà khmer. Henry Simms, il più vecchio e più intimo amico di suo padre, il collezionista che annovera tra i suoi oggetti preziosi parte dell'argenteria romana del primo secolo recuperata dalle ceneri del Vesuvio e la Venere allo specchio di Tiziano, si è preso cura di lei quando è rimasta orfana. Insieme ai biscotti allo zenzero preparati dalla cuoca, le lasciava in cucina, quando era poco più di una bambina, mappe disegnate con cura, che la guidavano in avventurose cacce ai tesori perduti della civiltà khmer. Anni dopo, quando Irene è diventata l'anima stessa del Brooke, il vecchio Simms si è presentato al suo cospetto e con mano malferma ha frugato nella tasca della sua giacca e ha tirato fuori un libriccino, un diario risalente al 1825, in cui un tal Reverendo James T. Garland annunciava un ritrovamento sensazionale: un sottile rotolo di metallo...






Irene ha passato ogni notte dalla morte di sua mamma nel museo Brooke di Seattle insieme al papà: con un letto fatto di coperte e la cena in un cestino da pic nic a farla addormentare erano le antiche storie khmer. Diventata grande ha trovato impiego nello stesso museo e sembra che il suo più grande sogno si sia realizzato ma un antico diario in cui sono racchiusi dettagli importanti a proposito del ritrovamento degli antichi rotoli khmer sta per aprirle le porte di un mondo sconosciuto. Attraverso le pagine di questo romanzo ambientato a Shangai e ad Angkor Wat il lettore si ritrova in una dimensione parallela che ha sembra un sogno: Kim Fay riesce ad evocare luoghi e sensazioni di paesi lontani come se fossimo noi i protagonisti del romanzo. Irene è una ragazza determinata ad inseguire i suoi sogni: lavorare al museo e renderlo il più grande monumento al mondo khmer è il suo unico obiettivo. Cresciuta senza la mamma e amata profondamente dal papà, la protagonista ha trovato il conforto negli antichi manufatti portatori di storie e di leggende che l'hanno aiutata a forgiare il carattere: nulla potrà ostacolare la sua ricerca e far vacillare la sua determinazione. L'autrice è riuscita a creare un mix equilibrato tra storia ed avventura: alla base di tutto il romanzo si evince la sua profonda conoscenza del mondo asiatico e questo rende la lettura ancora più coinvolgente. Ho trovato interessante non solo scoprire la civiltà khmer ma anche cercare riscontri in rete mentre leggevo il romanzo: vedere una foto di Angkor Wat o delle antiche statue ha suscitato in me un brivido ed ha acceso la curiosità. Un ottimo  romanzo che piacerà a chi ama il genere.

Durata della lettura: due giorni
Bevanda consigliata: tè alla menta
Formato consigliato: EBook
Età di lettura consigliata: dai 18 anni



“Un antico ritrovamento capace di risvegliare i sogni e le antiche credenze.."

Kim Fay è creatrice della fortunatissima serie To Asia With Love Guidebooks e editor di Gayot Publications. Autrice di molti testi che parlano della cultura e della cucina dell’Asia, ha vinto il Best Asian Cookbook of 2010 e ricevuto riconoscimenti da KCRW, NBC e dal Library Journal. La Mappa dei ricordi perduti è il suo primo romanzo, acclamato subito dalla critica. Selezionato, come migliore opera prima, tra i finalisti dell’Edgar Award 2013, il prestigioso premio vinto in passato da Raymond Chandler, John Le Carré, Ken Follett e Umberto Eco, come miglior romanzo d’esordio.


E voi cosa ne pensate? Siete incuriositi?


1 commento:

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