venerdì 26 luglio 2013

Recensione: La figlia del boia



La figlia del boia
di Oliver Pötzsch

Prezzo di copertina: € 16,90
Editore: Neri Pozza Editore
Pagine: 432
Formato: Brossura
Lingua: Italiano
Lingua originale: Tedesco
Titolo originale: Die Henkerstochter
Traduzione: A. Petrelli
Genere: Narrativa straniera

«Oliver Pötzsch, nel cui albero genealogico sono presenti diversi boia, mestiere che si tramandava di padre in figlio, ci offre un avvincente romanzo storico ricco di dettagli sul tessuto sociale e sulla struttura del potere politico nella Baviera del XVII secolo»
 Publishers Weekly

«Un panorama storico molto approfondito, ricco di informazioni sugli strumenti di tortura, sull’utilizzo di erbe medicinali e sulla vita quotidiana di commercianti e ostetriche. Un romanzo dal quale il lettore difficilmente riuscirà a staccarsi» 
Nürnberger Zeitung

Baviera, 1659. Sulla riva di un fiume nei pressi della cittadina di Schongau viene trovato agonizzante il figlio undicenne del barconiere Grimmer. Il tempo di adagiarlo con cura a terra, di esaminargli il profondo taglio che gli squarcia la gola, di scoprire sotto la sua scapola destra uno strano segno impresso con inchiostro viola che il bambino muore. Qualche tempo dopo i bottegai Kratz si imbattono, nel loro piccolo Anton, il figlio adottivo, immerso in un lago di sangue, la gola recisa con un taglio netto. Sotto una scapola del bambino viene trovato il medesimo segno del figlio del barconiere: il cerchio di Venere, il simbolo delle streghe. Peter Grimmer e Anton Kratz si conoscevano. Insieme con la piccola Maria Schreevogl e altri due bambini costituivano uno sparuto gruppo di orfani che era solito frequentare Martha Stechlin, la levatrice di Schongau che vive proprio accanto ai Grimmer. Il destino di Martha Stechlin sembra così segnato. Messa nelle mani del boia di Schongau perché le sia estorta formale confessione, attende di essere spedita al rogo. Jakob Kuisl, il boia di Schongau non crede però alla colpevolezza della levatrice. E con lui non credono che la dolce Martha sia una strega anche sua figlia Magdalena e Simon Fronwieser, il figlio del medico cittadino. I tre indagano per cercare di ribaltare una sentenza che sospettano sia stata scritta solo per convenienza politica e, soprattutto, per nascondere una verità inconfessabile.


QUesto libro mi ha affascinato da subito per il titolo e poi avendo letto che parlava della figura del boia. Una figura molto sottovalutata e poco presa in considerazione nei film o nei libri, quindi mi sembrava interessante approfondire l'argomento. Infatti sono rimasta piacevolmente colpita dalla storia e dal romanzo anche se devo ammettere in alcune parti la narrazione era un pò lenta e faticava a procedere. Interessante scoprire la vita del personaggio principale Jakob Kuisl. Il boia nei tempi antichi non era solo il braccio delle esecuzioni ma anche un uomo colto e preparato, esperto di anatomia e di diversi rimedi per le malattie. Inoltre il ruolo di boia è un ruolo antichissimo che si tramanda di padre in figlio e nel caso di figlie femmine, queste vengono date in moglie solo ad altri componenti di famiglie di boia. Il titolo è completamente fuorviante poichè la figlia del boia non è assolutamente la protagonista del romanzo. Oltre ai vari personaggi che ruotano intorno alla figura del boia e il boia stesso, tema principale del romanzo e la morte di vari bambini ritrovati uccisi e con dei simboli stregoneschi sulla pelle. La caccia alla strega colpevole è aperta e tutte le accuse sono rivolte alla levatrice del paese, l'unica donna che è a stretto contatto con i bambini fin da piccoli e che conosce rimedi e cure che ai tempi erano viste come impure e fuori dalla grazia di Dio. Jacob aiutato da altri cercherà di far luce sull'ignoranza della gente che si accanisce contro la levatrice e all'idea delle streghe così radicata a quei tempi. Un libro da leggere e da scoprire con personaggi insoliti e nuovi e con il tema della caccia alle streghe sempre ricorrente e così distruttivo.


Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Birra bianca
Età di lettura consigliata: dai 16 anni







“La riscoperta della figura storica del boia.“


Oliver Pötzsch è nato nel 1970 e vive a Monaco di Baviera con la sua famiglia. Ha lavorato a lungo come sceneggiatore per la televisione tedesca ed è un discendente dei Kuisl, la dinastia di boia a cui appartiene anche il protagonista del suo romanzo, realmente esistita e che ha svolto il mestiere per 300 anni.

Cosa ne pensate?




2 commenti:

  1. Questo libro mi attira da un sacco di tempo ma non mi sono mai decisa ad iniziarlo. Sarà sicuramente tra le prossime letture :)

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