giovedì 31 maggio 2012

Recensione: Orchidee Nere


Orchidee nere
di Rex Stout

Prezzo di copertina: € 9,00
Editore: Beat
Collana: GialloBeat
Data di uscita: 2012
Pagine: 224, tascabile
Lingua: Italiano
Titolo originale: Black Ochids. Cordially Invited to Meet Death
Lingua originale: Inglese
Traduzione: L. Grimaldi , Laura Grimaldi
Genere: Gialli, Thriller

Nero Wolfe, il detective amante della buona cucina, «un immenso narciso pigro ed edonista… le cui avventure rivaleggiano per numero e varietà con quelle di Maigret».
Goffredo Fofi

Orchidee nere appare per la prima volta, insieme al racconto Cordialmente invitati a incontrare la morte, nel 1942. Mentre il mondo è sconvolto dal più grande conflitto armato della storia, Rex Stout decide di dilettare i lettori concedendo al suo detective pigro, grasso ed edonista anche un’altra “nobile” manifestazione oltre al suo inguaribile narcisismo: l’invidia. Una dolorosa, insopprimibile invidia che Nero Wolfe nutre per Lewis Hewitt, il milionario cha ha osato creare, e mostrare all’Esposizione floreale, tre magnifiche orchidee nere: il sogno o, meglio, la chimera di ogni floricoltore che si rispetti. Pur di avere nella sua serra quei fiori preziosi e rari, Wolfe non esita a sfidare l’irruente ispettore Cramer e a mettere nei guai Archie Goodwin, occultando le prove di un delitto, nascondendo testimoni e decidendo persino di rinchiudersi in una camera a gas... In Cordialmente invitati a incontrare la morte, invece, è una letale tossina - stufata, ahimé, anche con gustose animelle fresche di maiale - a determinare il triste destino di Bess Huddleston, organizzatrice di eventi, caduta in disgrazia presso i suoi facoltosi clienti.


Dopo aver gustato il primissimo caso di Nero Wolfe, Fer-de-lance, mi sono nuovamente (e piacevolmente) cimentata nella lettura di due racconti brevi di Rex Stout, Orchidee Nere e Cordialmente invitati a incontrare la morte. Il primo narra di un caso di omicidio avvenuto all’interno di uno stand dell’Esposizione floreale, uno dei rari luoghi degni di far uscire il nostro inamovibile detective; il premio finale per la risoluzione del caso sono tre splendide quanto rare orchidee nere, sogno proibito di tutti gli amanti di questi fiori esotici. In questa indagine assistiamo all’ennesimo tentativo di seduzione di Archie Goodwin, invaghito di una ragazza implicata suo malgrado nel caso, ma anche ad un trucco di Wolfe che si rivelerà letale per qualcuno…
Il secondo caso, collegato al primo mediante le famose orchidee nere titolo dell’opera, ci porta invece nella casa della stravagante Bess Huddleston, nota organizzatrice di eventi, deceduta dopo un incidente avvenuto sotto gli occhi increduli di Archie. In questo frangente entrano in campo personaggi particolari – uno tra tutti, lo scimpanzé di proprietà della defunta – ma anche le modalità dell’omicidio (avvelenamento da tetano mediante infezione con una scheggia di vetro) sono degne di nota. Anche in questo caso l’istinto di Nero Wolfe non lascerà scampo all’assassino, rivelandone l’identità in una delle sue usuali riunioni di fronte ai principali sospettati. Ci troviamo insomma davanti alla solita bravura di Rex Stout, con i familiari cliché del Wolfe restio ad accettare incarichi, del Goodwin playboy incallito e di peculiari assassini, il tutto legato e reso magnificamente coeso da una scrittura impeccabile e da una impalpabile ironia.

Durata della lettura: 6 giorni
Bevanda consigliata: birra analcolica
Età di lettura consigliata: dai 16 anni






Una gradita riedizione di due racconti di Rex Stout fatalmente affascinanti...

Rex Stout, nasce nel 1886 e muore nel 1975 negli Stati Uniti. Sin da piccolo rivela il suo genio: a tre anni ha già letto la Bibbia, a dieci tutti i testi di filosofia, storia, scienza e poesia del padre insegnante. A tredici anni è campione di ortografia del Kansas. Nel 1912 comincia a scrivere per riviste e settimanali. Nel 1934 pubblica Fer-de-Lance, il primo volume delle inchieste di Nero Wolfe. Il successo si ripete regolarmente per tutti i 42 successivi volumi, sfornati pressappoco al ritmo di uno all'anno. Nel 1959 viene premiato con il Mistery Writers of America Grand Master.


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